Perché sarebbe pericoloso rendere balneabili i navigli di Milano

Con il caldo che aumenta e la scarsità delle piscine pubbliche, il problema di dove rinfrescarsi a Milano torna attuale. Eppure la città è ricca di acqua: non solo quella dell'Idroscalo, il mare di Milano, ma anche quella dei navigli. C'è quindi chi si chiede perché non sfruttare questa risorsa rendendo i canali balneabili. In Francia il tema è all'ordine del giorno: dal 5 luglio al 31 agosto la Senna, il fiume che attraversa la città, riaprirà ai bagnanti in tre aree che verranno delimitate da pontili e boe, con bagnini, strutture e servizi. Ma il modello Parigi è difficilmente replicabile nel capoluogo lombardo: nonostante la qualità dell'acqua dei navigli sia buona, i corsi d'acqua milanesi hanno caratteristiche che li rendono inadatti alla balneazione.
L'hanno confermato a Fanpage.it anche gli esperti dell‘Agenzia Tutela della Salute (Ats) della Città Metropolitana di Milano: "I Navigli non sono, per natura intrinseca, corpi idrici destinabili alla balneazione perché manufatti idraulici destinati ad altri usi come l'irrigazione, l'industria, la navigazione e la produzione di forza elettromotrice". Questi utilizzi hanno ripercussioni sulle caratteristiche dei canali e, spiega ancora Ats, "portano i navigli a non avere appigli o punti di risalita e a presentare in alcuni tratti una forte corrente".
Uno degli ostacoli più importanti per la balneabilità dei navigli è l'accessibilità delle sponde: gli argini sono cementati e spesso non permettono di entrare e uscire dall'acqua in sicurezza. "Questo è un problema invalicabile – nota il consigliere comunale di Europa Verde, Carlo Monguzzi – Basta pensare a quanti animali cadono ogni anno nei navigli e non riescono ad uscirne perché le sponde sono troppo scivolose o alte. Una volta i nostri nonni riuscivano a farsi il bagno anche perché c'erano ancora gli argini naturali".
Lo nota anche Simone Lunghi, istruttore di canoa dei Canottieri San Cristoforo che percorre i navigli rimuovendo la spazzatura. A Fanpage.it ha detto: "Se i navigli fossero balneabili sarebbe allo stesso tempo troppo facile entrarci e troppo difficile uscirci: le sponde sono verticali ed è troppo impegnativo risalirle. Allo stesso tempo però l'accessibilità sarebbe troppo facile: se ci fossero anche scalette per risalire e bagnini, come fai a far capire alle persone che si può fare il bagno solo fino a una certa ora, finché sono garantite condizioni di sicurezza?".
A quello degli argini verticali si aggiunge il problema della navigazione: "Ci sono i battelli a motore che vanno avanti e indietro – aggiunge Lunghi – poi noi abbiamo le barche da canottaggio, le canoe, i kayak, i sup, i dragonboat (imbarcazioni simili a canoe molto lunghe in grado di ospitare circa 20 rematori, ndr). Il tutto praticamente in due chilometri di naviglio". Per questi motivi fino a oggi è rimasto il divieto di fare il bagno nei navigli: "Annualmente – scrive ATS – noi invitiamo tutti i Comuni dell'ambito territoriale di competenza ad emettere appositi provvedimenti coi quali disporre il divieto di balneazione nei Navigli e nei canali. Nonostante ciò, succede che le persone vi praticano lo stesso la balneazione e si possono verificare incidenti o annegamenti".