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“Perché era impossibile non vedere Sara e Hanan nel campo”, parla l’avvocato delle famiglie a Fanpage.it

Sara e Hanan morte dopo essere state travolte da una mietitrebbia in un campo, la Procura ha chiesto l’archiviazione per il conducente del mezzo. Si ribellano i parenti: lo spiazzo era vuoto, e il guidatore era in alto. “Impossibile che non le abbia viste”
A cura di Francesca Del Boca
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Il luogo del ritrovamento
Il luogo del ritrovamento

"Non riusciamo proprio a capire come si possa affermare che il conducente del mezzo agricolo possa non averle viste". Parla a Fanpage.it Giorgio Brambilla, l'avvocato delle famiglie di Sara El Jafaari e Hanan Nekhla ovvero le due giovani marocchine che il 2 luglio del 2021 morirono travolte da una mietitrebbia mentre si trovavano in un campo di mais tra San Giuliano Milanese e Locate Triulzi, in compagnia di altre persone, al termine di una nottata tra alcol e droga.

Giovedì scorso, i parenti delle vittime hanno infatti chiesto al gip di Lodi Francesco Salerno di valutare nuovamente la posizione dell'agricoltore 28enne che la mattina della tragedia si trovava alla guida del mezzo: inizialmente indagato per omicidio colposo, per la Procura di Lodi non è colpevole. Il motivo? "Era impossibile che l’agricoltore potesse vedere o sentire persone nascoste dalle pannocchie di mais che, in quei giorni, erano diventate alte ben tre metri".

Le cose che non tornano

Si oppongono le famiglie delle due vittime. "Ci sono tanti aspetti che dovrebbero essere affrontati in un’aula di tribunale, tante cose che non tornano". Proprio a cominciare dall'altezza delle pannocchie di mais, la stessa che ha scagionato il giovane agricoltore. "Le fronde erano alte tre metri, ma il conducente del mezzo si trovava a quattro metri di altezza. Aveva dunque una visuale ampia, poteva vedere ciò che accadeva davanti a sé". E ancora un altro punto. "Lo spiazzo in cui si trovava a bivaccare il gruppetto era spazioso, circa quattro metri per quattro. E soprattutto vuoto. Come si potevano non vedere delle persone lì in mezzo?". Infine, la messa in sicurezza del campo. "Doveva essere recintato, protetto, con dei cartelli a segnalare il pericolo".

"Era disattento"

"Questo naturalmente non significa che ci sia dolo da parte del giovane, è chiaro. Ma con ogni evidenza in quel momento poteva essere disattento, distratto". Una richiesta, da parte dei parenti di Sara e Hanan, di vederci più chiaro. "Sarà il giudice a stabilire tutte le colpe. Nel frattempo, però, è giusto cercare di capire cosa sia successo davvero. E assegnare le giuste responsabilità".

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