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Patrick Zaki diventa cittadino onorario di Milano: “Vicini a chi si batte per i diritti umani”

Cittadinanza onoraria conferita dal comune di Milano per Patrick Zaki lo studente 29enne dell’università di Bologna e attivista per i diritti umani che dallo scorso 7 febbraio è detenuto nelle carceri egiziane. Si tratta di un tributo al giovane studente ma anche di gesto di solidarietà a chi si batte per i diritti umani, si legge nelle motivazioni della decisione del Consiglio comunale.
A cura di Chiara Ammendola
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Patrick Zaki è diventato cittadino onorario di Milano: questo pomeriggio il Consiglio comunale ha votato all'unanimità la delibera di conferimento della cittadinanza onoraria allo studente egiziano all'Alma Mater Studiorum di Bologna e attivista per i diritti umani che dallo scorso 7 febbraio è detenuto nelle carceri egiziane. "Un importante attestato di vicinanza a un giovane ricercatore e a coloro i quali si battono per i diritti umani nel mondo", si legge nella nota diffusa quest'oggi.

Già con un Ordine del Giorno del 6 luglio il Consiglio comunale si era espresso per conferire la cittadinanza a Zaki e per sollecitare la Giunta ad intervenire sul Governo italiano a sostegno della scarcerazione dello studente ventisettenne. "Il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki – si legge nella delibera consiliare – oltre a essere un importante attestato di vicinanza a un giovane ricercatore dell’Università di Bologna, impegnato in importanti iniziative a favore dei diritti umani, è anche un forte segnale di solidarietà e vicinanza della città di Milano nei confronti di tutti coloro che, in molte Nazioni con governi dittatoriali e antidemocratici, vengono ingiustamente detenuti e condannati in quanto anche solo semplicemente sospettati di far parte di associazioni e movimenti che si battono per i diritti civili e politici".

Solo qualche giorno fa la notizia del prolungamento della detenzione in carcere di Patrick Zaki di 45 giorni. La decisione arriva dalla Corte antiterrorismo del Cairo davanti alla quale si è svolta l'udienza di revisione del caso del ricercatore egiziano. Il 29enne studente e attivista egiziano, in Italia per seguire un master all’Università di Bologna, venne arrestato il 7 febbraio scorso appena giunto all’aeroporto del Cairo proveniente proprio dall'Italia. Interrogato e accusato di "istigazione al rovesciamento del governo e della Costituzione", era stato rinchiuso in carcere in custodia cautelare ma da allora la sua situazione è entrata in stallo. Trasferito nella prigione di Tora, al Cairo, senza alcun processo, ha continuato a rimanere in carcere attraverso continui rinvii di udienze, anche con la scusa dell'emergenza covid, e proroghe della custodia cautelare.

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