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Organizzò un rave party abusivo dove morì una 19enne: 37enne italiano rischia il processo in Svizzera

Un 37enne italiano rischia di essere incriminato per omissione di soccorso. Secondo la procura svizzera sarebbe responsabile per la morte di una 19enne che si sentì male durante un rave party organizzato da lui e altre due persone nel Canton Grigioni. La sera della festa la ragazza fu adagiata in un furgone e solo il pomeriggio successivo fu portata in ospedale, dove morì.
A cura di Alice De Luca
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Organizzò un rave party abusivo nel comune svizzero di Roveredo, nel canton Grigioni, durante il quale morì una 19enne. Per questo ora un 37enne italiano rischia di essere incriminato per omissione di soccorso. Ora, infatti, la Procura svizzera ha intenzione di presentare un decreto d'accusa contro di lui e un altro organizzatore svizzero del Canton Ticino.

I fatti contestati risalgono al 27 novembre 2022, quando due italiani di 37 e 42 anni e uno svizzero di 26 organizzarono, senza averne i permessi, una festa di musica techno sotto alla diga di Roggiasca. La notizia si diffuse velocemente attraverso Telegram, attirando diversi ragazzi dalle valli attorno. Tra di loro anche una 19enne, che la prima notte del festival si sentì male mentre ballava. La giovane però non fu portata in ospedale, ma fu fatta sdraiare sui sedili di un furgone. 

Il pomeriggio successivo, vedendo che la 19enne non dava quasi più segni di vita, quattro ragazzi, tra cui l'organizzatore 42enne, la portarono al pronto soccorso dell'ospedale di Bellinzona e se ne andarono lasciandola lì. Nonostante i tentativi di rianimazione, la ragazza morì poche ore dopo. 

Sul caso fu quindi aperta un'inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico svizzero Lorenzo Baldassarre. Le indagini per omissione di soccorso si concentrarono sui tre organizzatori e portarono all'archiviazione della posizione del 42enne che trasportò la ragazza in pronto soccorso. Ora però il procuratore ha annunciato la prossima chiusura dell'inchiesta e la formulazione dei decreti d'accusa a carico dell'altro italiano 37enne e dello svizzero. Una volta pronti i decreti contenenti la proposta di pena, i destinatari dovranno decidere se accettarli o se fare ricorso con un processo in tribunale.

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