Omicidio Ravasio, l’ex amante della Mantide di Parabiago: “Mi assumo ogni responsabilità, dirò tutta la verità”

"Mi assumo ogni responsabilità, ciò che è successo è ingiustificabile". A parlare è Massimo Ferretti, il barista finito a processo per l'omicidio di Fabio Ravasio. Il 47enne, imputato insieme all'amante Adilma Pereira Carneiro, conosciuta come la "Mantide di Parabiago", e altri presunti complici, ha reso dichiarazioni spontanee durante l'ultima udienza che si è tenuta al Tribunale di Busto Arsizio (in provincia di Varese). "Non passa giorno senza che il rimorso mi consumi", ha detto parlando ai genitori di Ravasio: "Se potessi, restituirei la vita a vostro figlio".
Ferretti era titolare di un bar a Parabiago (nella Città Metropolitana di Milano). Stando a quanto ricostruito finora dalle indagini, era l'amante di Carneiro e avrebbe messo a disposizione il suo locale per gli incontri del gruppo nei quali sarebbe stato pianificato l'omicidio di Ravasio.
Il 52enne era stato, infine, investito e ucciso il 9 agosto 2024 da un'auto, alla guida della quale c'erano il figlio di Carneiro, Igor Benedito, e il suo secondo marito, Marcello Trifone. Imputati, con loro, ci sono anche Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia di Carneiro, Mirko Piazza, il "palo", Fabio Oliva, il meccanico, e Mohamed Dhaibi.
"Sapevo tutto, ma non ho fatto nulla per impedirlo", aveva già detto Ferretti in una passata udienza. Come riportato da Il Giorno, ora il 47enne ha dichiarato di voler dire "tutta la verità" sulla morte di Ravasio, aggiungendo di essere alla ricerca di un lavoro "per poter risarcire del danno subito. Ma Parabiago è una realtà piccola, tutti mi hanno chiuso la porta in faccia". L'ex barista, intanto, valuta di vendere il bar: "Non vedo altra via".