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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Omicidio Laura Ziliani, le parole della terza figlia: “Non mi fidavo più delle mie sorelle”

Sono state arrestate due delle tre figlie di Laura Ziliani, l’ex vigilessa scomparsa l’8 maggio scorso da Temù (Brescia): entrambe sono accusate del suo omicidio e di aver nascosto il cadavere. La terza figlia, Lucia Zani, affetta da un disturbo cognitivo, aveva raccontato agli inquirenti di come “non si fidava più delle sue sorelle”.
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A cura di Ilaria Quattrone
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"La condotta, già di per sé di indicibile gravità, risulta ancora più odiosa" se si pensa che "gli indagati hanno privato Zani Lucia, soggetto disabile e in tutto dipendente dalla madre, dell'unico genitore superstite": sono queste le parole utilizzate dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Sabatucci nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Silvia Zani, Paola Zani e Mirto Milani accusati di aver ucciso Laura Ziliani, la donna di 56 anni scomparsa l'8 maggio scorso da Temù (Brescia). Le due ragazze hanno infatti un'altra sorella, affetta da un lieve ritardo cognitivo, che grazie alla sua testimonianza ha fornito ulteriori elementi utili agli investigatori.

La giovane ha riferito al pubblico ministero Cathy Bressanelli di non fidarsi delle due da quando avevano detto che "la nonna è perfida come un serpente" e altre "brutte cose degli zii". Lucia ha spiegato come fosse la madre a mantenere le due soprattutto dopo che la sorella Silvia era stata licenziata per ben tre volte: "Per quanto ne so non ricevono gli affitti degli appartamenti perché è tutto bloccato". Da loro e dal fidanzato di Silvia aveva appreso della sparizione della madre. È sempre lei a raccontare di un rapporto difficile tra le tre: "Trattavano molto male la mamma, soprattutto Silvia, si arrabbiavano con lei perché dicevano che lei non le manteneva e non gli dava abbastanza soldi".

Lucia Zani: "Hanno preso il carattere del papà"

La terza figlia ha poi raccontato di come le sorelle si arrabbiavano spesso anche con lei: "Hanno preso il carattere del papà che era violento e cattivo. Diceva molte parolacce alla mamma". E proprio sul rapporto delle due ragazze con il padre, la sorella racconta di come le due fossero cadute in depressione dopo la sua morte e che "assumevano delle vitamine". Nella sua testimonianza, parla anche della madre di Mirto con cui Ziliani aveva un pessimo rapporto. Con il ragazzo invece sembrava che nelle ultime settimane andassero d'accordo.

I litigi sulla gestione del patrimonio

Ancora una volta emerge come i frequenti litigi fossero tutti incentrati sul patrimonio famigliare: questo è considerato dagli inquirenti il movente dell'omicidio. Secondo l'accusa i tre avrebbero sperato infatti che, con la morte della donna, avrebbero potuto gestire indiscretamente gli immobili lasciati in eredità. Le discrepanze nei racconti, il flacone di benzopam trovato nell'appartamento dei tre, le tracce dello stesso farmaco trovato nel corpo della donna, le testimonianze e i tabulati telefonici avrebbero però permesso di scoprire il loro piano che, secondo le indagini, sarebbe stato architettato diverso tempo prima.

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