Omicidio di Nataly Quintanilla, chiesto il rinvio a giudizio per il compagno: “L’ha colpita e strangolata”

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Pablo Heriberto Gonzalez Rivas, il 48enne arrestato per l'uccisione della compagna 40enne Nataly Quintanilla, di cui avrebbe poi nascosto il corpo chiudendolo in una valigia e buttandolo in un canale. Fonti investigative hanno riferito a Fanpage.it che la sera dell'omicidio la coppia avrebbe litigato e l'uomo avrebbe colpito Quintanilla con un oggetto metallico, per poi strangolarla. L'ipotesi sarebbe confermata dai risultati dell'autopsia. Il movente di Rivas potrebbe stare nel fatto che lui avesse un'amante di cui stava aspettando l'arrivo in Italia: poco prima dell'omicidio il 48enne, che viveva insieme a Quintanilla in un appartamento in piazza dei Daini, avrebbe infatti cercato un'altra sistemazione con l'intenzione, probabilmente, di lasciare la compagna e trasferirsi a vivere con l'altra donna. L'uomo però non era riuscito a trovare un'altra casa in tempo e proprio da qui potrebbe essere nato il litigio degenerato poi nell'uccisione.
Stando a quanto riferito a Fanpage.it, gli inquirenti avrebbero anche sentito due amici di Rivas e Quintanilla. I due avrebbero avuto un appuntamento con la coppia il giorno dell'omicidio ma Rivas, li avrebbe incontrati prima e aveva detto loro che sarebbe stato meglio non vedersi in quel momento.
La ricostruzione dell'omicidio
L'omicidio di Quintanilla risale alla notte tra il 24 e il 25 gennaio. Rivas denunciò la scomparsa della compagna una settimana dopo la sua sparizione, incalzato dalle amiche e dalla datrice di lavoro della 40enne che erano preoccupate per la sua assenza. L'uomo disse di sospettare un allontanamento volontario perché, disse, dall'armadio di casa mancavano diversi suoi vestiti e una valigia. La sua versione dei fatti, però, ha cominciato a vacillare quando gli investigatori hanno acquisito i video delle telecamere di sorveglianza del palazzo dove la coppia viveva: nelle immagini si vede Quintanilla entrare in casa la sera dell'omicidio e non uscire mai più. Si vede però Rivas scendere nei box tra le 2:00 e le 3:00 del mattino trascinando un pesante borsone che poi carica in macchina.
Il ritrovamento del corpo e l'autopsia
La valigia, si sarebbe scoperto in seguito, conteneva il corpo della donna. L'uomo si sarebbe disfatto del cadavere la sera successiva, dopo le 20 del 25 gennaio, gettando il borsone in un canale nelle campagne attorno a Milano. Di fronte ai video delle telecamere, Rivas decise di confessare dicendo di essere stato lui ad uccidere la donna ma di averlo fatto per sbaglio, strangolandola durante un gioco erotico. Preso dal panico, avrebbe poi deciso di nascondere il cadavere lasciandolo, chiuso dentro a una valigia, in un fosso vicino a Cassano d'Adda. Le ricerche proseguirono per giorni senza risultati, fino al ritrovamento di un corpo chiuso in una valigia nel fiume Adda, all'altezza di Zelo Buon Persico (Lodi). L'autopsia confermò che si trattava proprio di Quintanilla.
L'esame ha anche rivelato diverse lesioni sul corpo della donna, tra cui, come riportato da Nicodemo Gentile, avvocato della famiglia, "la frattura composta dell'osso nasale e una lesione all'osso temporale destro", provocate probabilmente da un'arma bianca "come potrebbe essere ipoteticamente un cacciavite a croce o a stella".