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Olga, malata cronica: “Costretta a vivere in strada dopo un incidente sul lavoro. Senza residenza non potevo curarmi”

Olga ha vissuto in strada per anni con una malattia cronica. Grazie all’aiuto di Avvocato di Strada ha ottenuto la residenza e, con lei, la possibilità di accedere al Servizio Sanitario Nazionale e alle cure di un medico di base di cui aveva bisogno. La sua storia a Fanpage.it.
A cura di Giulia Ghirardi
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Olga (nome di fantasia) ha 58 anni, è originaria dell'Ucraina e soffre di una malattia cronica. È stata per anni una donna senza fissa dimora e, per tutto il tempo che ha vissuto per strada, non ha potuto accedere al Servizio sanitario nazionale e quindi ricevere le cure e l'assistenza di un medico di base di cui avrebbe avuto bisogno. Grazie all'intervento dell'Associazione Avvocato di Strada, oggi Olga ha una residenza: "Mi sono potuta curare e sono tornata a vivere", ha esordito raccontando la sua storia a Fanpage.it.

"Ero un'insegnante. Sono arrivata a Milano nel 2013, sola. All'inizio ho trovato lavoro come addetta alle pulizie e come operaia, poi ho avuto due incidenti che hanno compromesso la mia mobilità. Sono stata operata, ma ho perso il lavoro", ha raccontato Olga a Fanpage.it. Così è iniziata la sua vita per strada, in una città frenetica e non sempre sicura per una donna sola. "È iniziato un nuovo capitolo della mia vita. Ho cominciato a vivere per strada, in tenda da quattro posti" – specifica sorridendo – "Perché ho bisogno di spazio". Poi torna seria: "Non è stato semplice, mi sono rifugiata nell'alcol".

La permanenza in strada si è protratta sino a novembre 2024. Su segnalazione dell’Unità di Strada della Croce Rossa, Olga si presenta allo sportello dell'associazione Avvocato di Strada per chiedere aiuto nella procedura di regolarizzazione perché senza titolo di soggiorno e senza alcun documento (del passaporto conserva solo la copia della denuncia di smarrimento). "L’ottenimento del titolo di soggiorno e della residenza non sono che il primo step per arrivare al reale motivo per cui si è presentata da noi", ha raccontato a Fanpage.it Agostina Stano, coordinatrice per Milano dell'associazione Avvocato di Strada. "Cioè l’ottenimento di un medico di base che possa seguirla nella cura della patologia cronica di cui soffre, l’epatopatia tossica".

Ma perché l'assegnazione di un medico di base viene correlata al possesso della residenza? Facciamo un passo indietro. Oltre all'Art. 32 della Costituzione che tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti, in Italia con la legge 883 del 23 dicembre 1978 è stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Una tappa fondamentale per lo sviluppo della sanità pubblica che, per la prima volta, è riuscita a dare concretezza ai principi di universalità, uguaglianza ed equità. O, almeno, quello era l'intento. Perché, se sul piano formale la legge è uguale per tutti, continua a non esserlo sul quello sostanziale e la storia di Olga ne è un esempio.

"Ci sono degli esclusi in questo sistema perché esistono dei buchi formali", ha spiegato a Fanpage.it Antonio Mumolo, socio fondatore e presidente dell'Associazione Avvocato di Strada. "È il caso delle persone senza fissa dimora. Questo perché all'Art.19 della legge n.883/1978 viene specificato che per accedere ai servizi del SSN e avere un medico di base serve avere la residenza". E questo – di fatto – esclude tutti coloro che vivono per strada dalla possibilità di ricevere un'assistenza. Quindi universalità, uguaglianza ed equità, ma fino a un certo punto. "C'è il pronto soccorso per le urgenze, è vero. Ma per la prevenzione e la gestione delle malattie croniche, servizi per i quali serve un medico di base e un'assistenza duratura nel tempo, per i senza fissa dimora non c'è nulla".

"Per questo, da anni, stiamo portando avanti una battaglia per estendere e garantire il diritto alla salute anche ai senza fissa dimora", ha continuato a raccontare a Fanpage.it Mumolo. "Su impulso di una legge regionale dell'Emilia Romagna, siamo riusciti a far approvare la legge n.176/2024, portata avanti da Marco Furfaro, deputato alla Camera per il Partito Democratico. Un grande traguardo perché contiene le disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora. Tale legge, però, ha dei limiti: riguarda soltanto le città metropolitane e necessita di decreti attuativi". In più, si tratta di una legge provvisoria, che resterà in vigore e sarà efficace soltanto per gli anni 2025 e 2026. Al termine di questo lasso temporale e sulla base della relazione che verrà stilata, si deciderà se renderla permanente o lasciare che gli effetti prodotti dalla legge cessino per scadenza del termine. "Non confermarla vorrebbe dire fare un passo indietro in tema diritti", ha concluso Mumolo a Fanpage.it. "È un traguardo fondamentale nell'affermazione del principio di uguaglianza sostanziale che dovrebbe esistere tra le persone. Per questo va conservato e tutelato: perché può salvare la vita".

A dicembre 2024 Olga ha ottenuto il permesso provvisorio di attesa protezione. "A gennaio ho avviato la procedura di richiesta della residenza fittizia insieme ad Avvocato di Strada. Poi, ottenuta la residenza fittizia sono andata all’anagrafe per richiedere il documento di identità e ad aprile ho ottenuto la tessera sanitaria e, con lei, un medico di base per potermi finalmente curare e così tornare a vivere", ha concluso Olga a Fanpage.it. "Con la legge n.176/2024, però, avrei potuto farlo molto prima e forse la mia vita sarebbe stata diversa". E lo stesso potrebbe essere per molti altri che, come lei, senza questa legge non hanno avuto e potrebbero non avere la possibilità di curarsi.

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