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“Non ti riconosco come figlio, ti sgozzo”: ragazzo denuncia i genitori dopo 14 anni di maltrattamenti

Un ragazzo ha denunciato i suoi genitori dopo 14 anni di maltrattamenti e minacce. I due sono stati condannati dal Tribunale di Mantova con pena sospesa.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Dopo 14 anni di maltrattamenti un uomo ormai 30enne è riuscito a denunciare i suoi genitori che ieri, martedì 5 dicembre, sono stati condannati in Tribunale a Mantova. Della difficile situazione familiare ne erano al corrente a scuola, dove il ragazzo andava ricoperto di lividi, nel quartiere, dove i vicini hanno più volte segnalato rumorosi litigi, e nella stessa famiglia, con un parente che in passato aveva già inoltrato una denuncia. Il padre è stato condannato a un anno, 4 mesi e 10 giorni, la madre a un anno e 4 mesi, con pena sospesa.

I maltrattamenti e le presunte lesioni

Il ragazzo ha denunciato i genitori nel 2018, ormai adulto, ma i maltrattamenti sarebbero iniziati nel 2004. Stando a quanto ricostruito dal pm, in un contesto familiare caratterizzato da una situazione economia precaria e dal degrado, marito e moglie avrebbero più volte rivolto al figlio frasi come "non ti riconosciamo come figlio", "ti dovrebbero internare" e in altri casi minacce del tipo: "Ti sgozzo e ti ammazzo".

Come riportato da La Gazzetta di Mantova, durante il procedimento giudiziario si è parlato più volte di eventuali lesioni e maltrattamenti fisici, ma pare che il ragazzo non sia mai andato al pronto soccorso a farsi refertare giorni di prognosi.

Le numerose segnalazioni

Quando andava a scuola, però, compagni e professori avevano capito che qualcosa non andava nella famiglia di quello studente. Al punto che, dopo aver notato strani lividi sul suo corpo, erano stati convocati i genitori per un colloquio. In un'altra occasione, una vicina di casa aveva segnalato ai carabinieri le urla che provenivano dall'abitazione di quella famiglia e un loro parente aveva inoltrato una denuncia preoccupato per le loro condizioni.

Dato che le forze dell'ordine intervenivano spesso per calmare quella famiglia, era stato chiesto un accertamento sanitario sulla salute mentale dell'imputato che, però, ha escluso l'esistenza di un problema di carattere psicologico. L'accusa aveva chiesto per il padre una condanna a 2 anni e 6 mesi, per la madre a 2 anni.

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