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“Non avete idea di cosa succede negli studi di architettura di Milano”: il racconto di un dipendente

Federico (nome di fantasia) è un architetto che ha lavorato per uno studio di Milano: “Mi è stato chiesto di seguire anche alcune pratiche. Mi è stato chiesto di falsificare molte cose”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Federico (nome di fantasia) è un architetto che ha lavorato per uno studio di Milano. A Fanpage.it ha raccontato come molti suoi colleghi abbiano subito condizioni di sfruttamento economico, trattamenti inumani e spesso minacciosi e di come spesso i datori di lavoro modificassero alcuni parametri per poter avviare i progetti.

"Sono un architetto. Nell'estate 2023 ho iniziato a lavorare per questo noto studio di Milano. Sono entrato con partita Iva. Non mi è stato spiegato nulla su come funzionasse lo studio. Sono stati alcuni colleghi a spiegarmi gli orari di entrata e uscita", ha affermato.

Anche a lui, come ad altri colleghi è stato dato l'incarico di andare nei cantieri per coordinare i lavori: "Mi è stato chiesto di seguire anche alcune pratiche, tra le quali quelle che sono inoltrate agli uffici dei veri comuni. Mi è stato chiesto di falsificare molte cose: è una pratica che spesso molti studi utilizzano per fare quadrare perfettamente i calcoli, ma non ho mai visto farlo come lo fanno loro".

"Mi spiego meglio: ci sono una serie di calcoli da fare e di superfici da rispettare. Abbiamo avuto più casi dove non quadravano i conti. Andavamo dai nostri capi e loro ci chiedevano di fare alcune modifiche. A quanto mi risulta ci sarebbero anche alcune indagini su diversi di questi progetti".

E, come già spiegato da un'altra persona che lavorava in altri studi di architettura, spesso le retribuzioni economiche sono basse o non vengono inoltrate nei tempi: "Ho visto più volte gente che non riceveva lo stipendio o che hanno registrato più di un mese di ritardo". Federico, stanco di questa situazione, ha quindi deciso di licenziarsi.

"C’era sempre stato terrore in studio: dovevi fare attenzione a chi mandavi i progetti. Ad alcuni è stato l'ordine di smettere di inviare gli elaborati alle imprese di costruzione, di cui si volevano liberare. Le pratiche non venivano mai spiegate bene. A volte hanno minacciato alcuni collaboratori".

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