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Mistero sull’omicidio di Gianna Del Gaudio: assolto il marito, l’ipotesi di un serial killer

Chi ha ucciso Gianna Del Gaudio, l’insegnante di 63 anni, sgozzata nella sua villetta a Seriate la notte tra 26 e 27 agosto 2016? Assolto in primo grado il marito Antonio Tizzani, unico sospettato, resta il mistero sul delitto. E torna in primo piano un’ipotesi già avanzata da un consulente della difesa: quella di un serial killer.
A cura di Simone Gorla
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Assolto in primo grado l'unico imputato, il marito Antonio Tizzani, resta il mistero più assoluto su chi abbia ucciso Gianna Del Gaudio, 63 anni, trovata senza vita a Seriate la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016, sgozzata nella sua villetta.

Fin dalla prima ora i sospetti degli investigatori si erano concentrati su Tizzani, che si è sempre detto innocente. L'uomo aveva raccontato di aver visto un uomo incappucciato fuggire da una porta-finestra pochi istanti prima di trovare la moglie agonizzante. Ma la Procura non gli ha mai creduto. Accusato di omicidio volontario e maltrattamenti, il pm Laura Cocucci aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Il suo avvocato ne aveva chiesto invece l’assoluzione, e la corte gli ha dato ragione. "Se me la aspettavo? Quando uno non ha fatto niente cosa si deve aspettare?" ha commentato Tizzani.

Ma se davvero non è stato il marito a uccidere Gianna Del Gaudio, chi è il responsabile dell'efferato omicidio? Non ci sono altri sospettati. Il mistero è oggi più fitto che mai. E torna in primo piano un'ipotesi che era già stata presa in considerazione: quella di un serial killer.

Il sospetto si basa sulle tracce trovate sull'arma del delitto, un cutter ritrovato poco lontano dall'abitazione della coppia: sulla lama c'era il Dna della vittima, sul manico quelle di Tizzani ma anche di un secondo profilo maschile, ignoto.

Un Dna considerato "estremamente compatibile" con quello trovato sul volto della manager Daniela Roveri, uccisa il 20 dicembre del 2016 nel suo appartamento nel quartiere Keplero di Bergamo. Possibile che i due delitti siano collegati. L’ipotesi era stata avanzata in aula durante il processo sull’omicidio della professoressa di Seriate da Giorgio Portera, ex ufficiale del Ris di Parma e consulente genetista dell’imputato. Ora la connessione tra i due omicidi torna a essere una pista da battere.

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