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Milano, truffe su Instagram per 250.000 euro: prodotti ordinati mai consegnati, sgominata banda

Tramite indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna, la polizia postale di Milano e i colleghi emiliani hanno sgominato una banda che nell’ultimo anno ha truffato ragazzi di tutta Italia per 250.000 euro. La banda, che operava nell’hinterland milanese, prometteva di inviare capi d’abbigliamento esclusivi ordinati dai giovani su Instagram solo dopo aver ricevuto i pagamenti.
A cura di Filippo M. Capra
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Screenshot del video pubblicato dalla Questura di Milano
Screenshot del video pubblicato dalla Questura di Milano

La polizia postale di Milano, con l'ausilio dei colleghi di Bologna, su coordinamento della Procura del capoluogo di regione emiliano, ha arrestato cinque persone, denunciandone altre sette, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata. A tale risultato si è arrivati in seguito ad approfondite indagini nell'ambito dell'operazione "Safe social" che hanno accertato come numero capi d'abbigliamento messi in vendita sul social network Instagram, in realtà, non siano mai arrivati a destinazione, nonostante la ricezione del pagamento.

Truffa ai ragazzi su Instagram per un totale di 250.000 euro

La truffa operata ai danni di tantissimi giovani ragazzi, per un totale di 2.4000 vittime, delle quali 1.600 minorenni, è stata organizzata da una banda locata nell'hinterland milanese. Da Rozzano a Buccinasco passando per San Donato e Lacchiarella. In appena dodici mesi, i malviventi avevano truffato i ragazzi per oltre 250.000 euro. Il modus operandi adottato dalla banda era semplice. Su una pagina Instagram venivano pubblicate le foto di alcuni prodotti, quali scarpe di marche famose o indumenti delle griffe più esclusive. I capi d'abbigliamento venivano "sponsorizzati" in messaggi privati recapitati direttamente alle vittime, selezionate con cura.

La richiesta di pagamento su carta prepagata

Una volta contattati, i ragazzi venivano convinti ad eseguire un ordine e a procedere con il pagamento tramite ricariche su carte prepagate. Successivamente alla prima transazione, la banda contattava nuovamente le proprie vittime con altri profili social, spiegandogli che avrebbero dovuto effettuare una seconda transazione a causa di presunte spese di dogana o problemi fiscali. I poliziotti, analizzando i movimenti del denaro sulle 15 carte prepagate utilizzate per ricevere i pagamenti, incrociandoli con i tabulati telefonici dei malviventi, sono riusciti a identificare 2.400 vittime totali, delle quali 1.600 minorenni.

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