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Milano, ragazza 14enne invia mail durante lockdown per denunciare abusi: arrestato amico di famiglia

Una ragazzina di 14 anni, durante il lockdown, tramite un’e-mail ha denunciato alla polizia locale di Milano di aver subìto abusi sessuali. La ragazza ha poi raccontato che l’uomo era un conoscente dei genitori che, qualche volta, era andata a prenderla a scuola. L’uomo adesso è in carcere, in attesa di giudizio.
A cura di Ilaria Quattrone
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(Immagine di repertorio)
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Era un amico dei suoi genitori e qualche volta sarebbe andato anche a prenderla a scuola. E probabilmente non poteva immaginare che proprio lui avrebbe provato ad abusare di lei. La vittima è una ragazza di appena 14 anni che durante il lockdown stanca dei continui abusi ha mandato una e-mail alla polizia locale di Milano affermando di essere stata violentata da un uomo. Quando ha denunciato però ha chiarito di conoscere solo il nickname su Facebook. Le indagini degli agenti hanno permesso poi di risalire alla sua vera identità.

L'aguzzino era un amico di famiglia

L'uomo era infatti tra gli amici di Facebook della madre della vittima. Una volta scoperto che i genitori lo conoscevano, la ragazza ha confessato. Ha quindi iniziato a raccontare la tragedia che aveva vissuto. Il suo dramma è iniziato molto tempo prima, quando frequentava le scuole elementari. La ragazza ha raccontato di tre episodi in particolare, avvenuti in momenti diversi, in cui l'uomo avrebbe abusato di lei dopo essere andato a prenderla a scuola, come chiesto dai genitori. Il presunto responsabile è adesso in carcere, in attesa di giudizio.

A Milano 345 casi di maltrattamenti e abusi: nell'80 per cento dei casi è un conoscente

Il caso della 14enne si inserisce in un'attività più ampia del nucleo Tutela donne e minori della polizia locale del comune di Milano. Nell'ultimo anno, gli agenti si sono occupati di ben 345 casi tra violenze e maltrattamenti. Di questi: il 62 per cento riguarda donne e il 38 minori. Nell'ultimo anno sono state arrestate otto persone, eseguite ventuno misure cautelari e 37 trasferimenti in strutture protette. Dal numero degli interventi, gli agenti sono riusciti a stabilire che nell'80 per cento dei casi l'aguzzino è tra i conoscenti o peggio vive proprio tra le mura di casa.

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