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Milano, assessora Gaia Romani toglie targa “assessore” dalla porta: “Battaglia linguistica fondamentale”

Gaia Romani, assessora di Milano, ha voluto togliere la targa con su scritto “assessore” sostituendola con “assessora”: La battaglia linguistica – spiega a Fanpage.it – non viene mai colta come una priorità, io invece credo sia il punto di partenza per un reale processo di inclusione”.
A cura di Ilaria Quattrone
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L'assessora Gaia Romani (Fonte: Facebook)
L'assessora Gaia Romani (Fonte: Facebook)

"Il cambiamento parte dalle piccole azioni": con queste parole l'assessora ai Servizi Civili e Generali di Milano, Gaia Romani, ha annunciato di aver chiesto di sostituire la targa assessore con quella di assessora. Con la sua azione Romani ha dato vita a un dibattito sui social. Alcuni hanno infatti sostenuto la sua decisione, ma altri no. In una dichiarazione rilasciata a Fanpage.it ha detto: "Mi aspettavo critiche, ma devo dire che sono molto più sorpresa dal sostegno che sto ricevendo. La battaglia linguistica non viene mai colta come una priorità, io invece credo sia il punto di partenza per un reale processo di inclusione".

Il commento di Laura Boldrini

Tra le persone che si sono complimentate con quanto fatto c'è la deputata Laura Boldrini: "Brava Gaia, il linguaggio è sostanza!". Non è l'unica. Sono stati diversi i commenti positivi: "Essere genderblind rischia di non far vedere quali siano i motivi del gender gap italiano e, di conseguenza, di non sapere some intervenire per migliorare. Battersi – scrive una utente – per un uso della lingua più inclusivo è parte della consapevolezza". Il commento arriva in risposta ad alcune critiche: "Nel dizionario della lingua italiana, il maschile vale anche per il femminile. I termini Assessora, Ministra, etc. Sono grammaticalmente scorretti. La sostanza non risiede in queste sciocchezze. Questi sono divenuti dei vezzi. Una Donna non si qualifica attraverso questo tipo di azioni. Faccia bene il suo lavoro e sarà apprezzata". Per altre persone invece non è così: "Perché assessora non va bene e invece maestra sì? Dottoressa va bene oggi, ma prima non si usava. Perché donna delle pulizie va bene e ingegnera no?".

Assessora Romani: il linguaggio plasma la società

Dello stesso avviso anche Romani che sempre a Fanpage.it ha spiegato: "Quello che mi sta a cuore è evidenziare la valenza culturale di un gesto tanto semplice. Se ci pensiamo, in Italia, si fa molto meno resistenza a dire “maestra” o “infermiera”, proprio perché si tratta di professioni storicamente ricoperte da donne, mentre invece quando dobbiamo declinare al femminile incarichi appannaggio degli uomini questo diventa più difficile". Per l'assessora infatti il linguaggio plasma la società ed è un punto di partenza fondamentale per dare inizio a un reale processo di inclusione: "A quelli che fanno benaltrismo o pensano che non siano quisquilie, rispondo che andrò avanti con ancora più convinzione. Perché la strada è quella giusta e sono contenta di non essere sola".

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