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Medici corrotti in Lombardia, almeno 80 le tessere sanitarie falsificate: per i Nas la rete è più ampia

Una rete di corruzione nella sanità lombarda che coinvolge medici e dipendenti degli uffici. Per i Nas, il sistema andava avanti da tempo. Falsificavano tessere e certificazioni (almeno 80), agevolando anche l’immigrazione clandestina dall’Albania.
A cura di Enrico Spaccini
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Un frame dai video catturati dai Nas
Un frame dai video catturati dai Nas

Tutto girava intorno a un ufficio amministrativo. Più precisamente, l'ufficio di Scelta, revoca e iscrizioni al servizio sanitario regionale dell'Azienda socio sanitaria territoriale "Fatebenefratelli-Sacco". Come ricostruito dalle indagini condotte dal maggiore dei carabinieri del Nas di Milano, Filippo Bentivogli, e come appreso da Fanpage,it, a quello sportello si rivolgevano flussi di clandestini consapevoli di trovare ciò che cercavano: tessere sanitarie e certificazioni. In questo modo, si era costruito nel tempo un'associazione che agevolava l'immigrazione irregolare, che alimentava il mercato nero di farmaci all'estero e operava truffe ai danni del sistema sanitario nazionale. Un sistema talmente grande e ben costruito, per cui rimane ancora da chiarire chi e quanto era al corrente di quei traffici.

L'ufficio Scelta e revoca dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco

Nei mesi in cui sono state condotte le indagini, iniziate nel 2021, i carabinieri hanno scoperto circa 80 tessere che sarebbero state rilasciate da quell'ufficio in modo illecito. Al di là del tavolo c'era Davide Luigi Vergani. A lui si rivolgevano flussi interi di immigrati, prevalentemente albanesi, consapevoli che in questo modo avrebbero potuto accedere a "pacchetti completi": tessere sanitarie, certificati vari, prescrizioni di farmaci e accesso alle strutture ospedaliere pubbliche, o comunque convenzionate. Si tratterebbe sia di persone che necessitano operazioni che all'estero sarebbero molto costose, o di altri che attraverso la presunta motivazione sanitaria riescono a entrare illegalmente in Italia.

L'anello di congiunzione

A fare da intermediario ci sarebbe un cittadino italiano con origini albanesi. Il cosiddetto "anello di congiunzione" tra domanda e offerta. Anche se, come emerso dalle indagini, Vergani sapeva trovare bene anche da solo nuovi clienti a cui vendere tessere sanitarie. In cambio chiedeva contanti, altre volte bastava un biglietto per una partita a San Siro, ma anche prestazioni sessuali. Alcuni di questi scambi sono stati registrati da alcune telecamere nascoste, anche nell'ufficio dell'Asst. Gli indagati sarebbero riusciti a mettere in piedi un'associazione per delinquere così radicata in Milano che gli inquirenti devono ancora stabilire se qualcun altro era a conoscenza di quei traffici.

Le disposizioni della gip Cipolla

Per il momento, la giudice per le indagini preliminari Sara Cipolla ha disposto l'arresto per sei persone: Domenico Paternò e Domenico Carriero, medici all'ospedale di Cernusco sul Naviglio accusati di aver rilasciato sia certificazioni che prescrizioni false; Ndue Pulaj, Evisa Sulejmani, Aleksandr Gjoka e il presunto "anello di congiunzione" Gentian Iljazi. Ai domiciliari finiscono, invece, Vergani e due donne albanesi: Stela Papa e Vjollca Purashai. I carabinieri hanno disposto, poi, un sequestro preventivo pari al valore della truffa ai danni del sistema sanitario nazionale: circa 500mila euro prelevati dai conti correnti e dai beni degli indagati.

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