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Marco Pipperi, l’ultimo sindaco di Robecco D’Oglio: “I piccoli comuni sono destinati a scomparire”

Intervistato da Fanpage.it, il sindaco uscente di Robecco D’Oglio, Marco Pipperi, parla del mestiere del sindaco di un piccolo paese. Sono sempre di più i casi in cui si presenta un’unica lista. I comuni sono destinati a scomparire, ad aggregarsi.
A cura di Enrico Spaccini
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Marco Romeo Pipperi, sindaco per 15 anni di Robecco D'Oglio (frame YouTube)
Marco Romeo Pipperi, sindaco per 15 anni di Robecco D'Oglio (frame YouTube)

"Di Robecco D'Oglio non se n'è parlato per tutti i 15 anni in cui sono stato sindaco. È proprio vero che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce". Sono le prime parole che il sindaco uscente, Marco Romeo Pipperi, usa per commentare a Fanpage.it il clima surreale che ha invaso il suo piccolo comune del cremonese negli ultimi giorni. Nonostante ci siano paesi in Lombardia anche più piccoli, Robecco è l'unico a non avere un candidato per le prossime elezioni amministrative. "Ho paura che potremmo essere i precursori di questa condizione. I piccoli comuni sono destinati a sparire, anche prima di quanto non si possa immaginare".

La fine del terzo mandato

Il prossimo 12 giugno scade il terzo mandato di Pipperi. Classe 1974, è sindaco di Robecco dal 2007. "Non avevo alcuna esperienza nell'amministrazione. Avevo passione, voglia di mettermi in discussione, idee per il mio territorio". Per 15 anni ha ricoperto il ruolo di primo cittadino, ma ora per legge non può ricandidarsi. Nelle ultime due elezioni ha corso senza avversari, ottenendo il 100 per cento dei voti. Una mancanza di alternative che sta conducendo Robecco al commissariamento da parte della prefettura. "Questa mattina ho incontrato alcune persone per strade che mi hanno detto: ‘Ma sì, va bene così. Ci teniamo il commissariamento per un anno così te puoi tornare'. Un nuovo mandato non è una cosa che rientra nei miei piani ad oggi, ma l'atteggiamento di qualche cittadino è questo".

Qualcosa non va nei piccoli comuni lombardi

La condizione in cui si trova Robecco è tanto unica nel suo genere quanto vicina a contagiare altre realtà lombarde. Non sono pochi i comuni in cui è spuntato un candidato sindaco all'ultimo secondo, pochi giorni prima della scadenza per la consegna delle liste. Sono 18 i centri lombardi in cui è stata presentata un'unica lista. "Ecco, questo è un chiaro sintomo che c'è qualcosa che non va", commenta Pipperi. Per lui che negli ultimi anni ha alternato la professione di consulente finanziario a quella di sindaco, il futuro appare chiaro: "I piccoli comuni sono destinati a scomparire. Noi ora ci troviamo in questa situazione, siamo come degli apripista". Ad attendere Robecco ci sarebbe solo un'aggregazione con altre piccole realtà. "Credo faccia parte del progresso, dell'evoluzione".

"Nel fare il sindaco, di razionale non c'è niente"

Spiegare i motivi per cui trovare qualcuno che voglia ricoprire il ruolo di sindaco per cinque anni di un piccolo comune, è abbastanza semplice. Lo stipendio è basso, perciò devi per forza avere un altro impiego. Questo impiego, non puoi svolgerlo troppo lontano dal paese: altrimenti non riesci fisicamente a coniugare i due impegni. "Non è una scelta razionale. Nel fare il sindaco di un comune come il mio, di razionale non c'è niente. È poco più di fare il volontario". Se si vuole intraprendere la carriera politica, non è da un paesino di campagna che devi iniziare. Se pensi che basti conoscere il territorio e la tua gente, ti sbagli di grosso. "Devi studiare tutti i bandi, per esempio. Devi stare dietro al Pnrr, alla transizione ecologica, a sempre più burocrazia", spiega Pipperi il quale non esclude la mancanza di queste figure nella sua città, "ma spesso si tratta di persone che non lavorano qui".

L'unico cittadino maggiorenne che non avrebbe potuto candidarsi

Ciò che serve, quindi, è una buona preparazione di base e tanta passione. "Ecco, la mancanza di passione devo dire che un po' la avverto". Che Pipperi non avrebbe potuto ricandidarsi, i robecchesi lo sapevano bene. Anche che nessuno della sua giunta avrebbe proseguito il suo lavoro. "Diciamo che qualcuno ci ha dormito su troppo. Che poi, io ero l'unico cittadino italiano maggiorenne che non poteva candidarsi. Tutti gli altri avrebbero potuto". Nonostante ciò, anche ben prima che la situazione divenisse irrecuperabile, la gente si è lasciata andare. "Purtroppo avevano già accettato il fatto che saremmo stati commissariati".

Un anno di passaggio

Robecco si prepara a un anno grigio, di passaggio. Un anno nel quale i progetti iniziati proseguiranno in autonomia e in cui qualcuno, forse, troverà la giusta passione per indossare la fascia tricolore. "Devo dire che con la notorietà di questi giorni sto ricevendo email di candidatura da tutta Italia – sorride Pipperi – non so se stanno scherzano o sono seri. Mi auguro, però, che tra 12 mesi le cose saranno diverse". Robecco non ne esce bene da questa storia. È stata toccata nell'orgoglio. "Una cosa è certa: un altro commissariamento non lo permetterò".

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