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Robecco D’Oglio, il comune lombardo dove nessuno vuole fare il sindaco

Il sindaco uscente non si è potuto candidare un’altra volta. Dopo 15 anni, lascia la fascia tricolore di Robecco D’Oglio. Il comune lombardo, al confine tra Cremona e Brescia, verrà commissariato.
A cura di Enrico Spaccini
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Robecco D'Oglio e il sindaco uscente Marco Romeo Pipperi
Robecco D'Oglio e il sindaco uscente Marco Romeo Pipperi

I dipendenti dell'ufficio elettorale di Robecco D'Oglio hanno aspettato fino allo scoccare delle 12 di sabato 14 maggio. Era l'ultimo giorno disponibile per presentare le liste in vista delle amministrative del 12 giugno. Sapevano che non sarebbe arrivato nessuno, ma le regole sono le regole. L'attuale sindaco Marco Romeo Pipperi rimarrà in carica fino a quella data, poi dovrà lasciare l'ufficio e la fascia tricolore. Non può ricandidarsi un'altra volta. Il suo ruolo sarà ricoperto da un commissario nominato dalla prefettura, di cui ancora non se ne conosce il nome. Senza giunta né consiglio comunale.

Marco Romeo Pipperi, l'ultimo sindaco di Robecco

Il prossimo 12 giugno, quindi, nessuno a Robecco entrerà nel proprio seggio per infilare la propria scheda con la "x" segnata a matita nello scatolone. Nemmeno Pipperi. Nato il 20 ottobre 1974, quindici dei suoi 47 anni li ha passati come sindaco e consulente finanziario. "Tutti abbiamo un altro lavoro", per questo riceve solo il mercoledì e il sabato. Robecco D'Oglio è un piccolo comune lombardo e prende il nome dal vicino fiume Oglio, il quale segna il confine orientale tra la provincia di Cremona e quella di Brescia. Il suo territorio non arriva ai 20 chilometri quadri e la popolazione si aggira intorno a 2.300 residenti. "Un tempo non era raro vedere il sindaco tagliare l'erba al parco o accompagnare gli studenti a scuola – ricorda con nostalgia Pipperi – adesso sono chiamati a preparare complessi piani economici o bandi per il Pnrr, ruoli che spetterebbero ai tecnici".

"Eravamo l'unica lista, senza opposizione"

La prima elezione a sindaco è arrivata nel 2007. Quell'anno Pipperi ottenne il 65,9 per cento dei voti, battendo Nicola Cerutti (23,3 per cento) per la lista civica "Un futuro per Robecco" e Giuseppe Tonghini dell'allora Lega Nord (10,8). Una vittoria netta, ma nemmeno lontanamente paragonabile alle due successive. Cinque anni più tardi, 1.246 robecchesi (sugli 1.857 aventi diritto) votarono solo per lui: Marco Pipperi. Il 100 per cento delle preferenze. Anche perché a opporsi alla sua riconferma a sindaco non c'era nessuno. Scenario che si ripresenta l'11 giugno 2017: ancora il 100 per cento dei voti, 1.065 (sugli 1.875 aventi diritto). Con ogni probabilità sarebbe accaduto di nuovo, se non fosse che più di tre mandati non si possono fare.“Nei mesi scorsi, eravamo già consapevoli che sarebbe stato molto difficile trovare un candidato perché in questi anni eravamo l'unica lista, senza opposizione", commenta Pipperi. E nessuno della sua giunta si è deciso a prendere il suo posto: "Dopo quindici anni siamo tutti stanchi".

Le speranze per il futuro

Anche se l'età della popolazione robecchese è un po' più alta della media nazionale, alcuni giovani erano pronti a ereditare la guida del Comune. "Un gruppo di ventenni ci aveva chiesto di poter prepararsi alla politica", racconta Pipperi il quale comprende il fatto che nessuno di loro si sia fatto avanti in modo deciso: "Penso sia giusto così. Gestire un Comune, anche se piccolo, è impegnativo". Altri si erano proposti nei mesi scorsi, anche "un po' più adulti", ma quando arrivava il momento della candidatura ufficiale venivano a mancare le disponibilità di alcuni aspiranti consiglieri. Dopo 15 anni da primo cittadino, Marco Pipperi è pronto a lasciare la sua carica e si dice fiducioso per il futuro: "Dopo un anno di commissariamento, alla prima chiamata al voto, ci sarà il mio sostituto".

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