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Ultime notizie sull'omicidio di Lucia Cipriano

Lucia Cipriano uccisa e fatta a pezzi in casa dalla figlia, chiesti 28 anni per Rosa Fabbiano

La pm Elisa Calanducci ha chiesto davanti alla Corte d’Assise di Milano che Rosa Fabbiano venga condannata a 28 anni di reclusione. A marzo 2022, la 59enne avrebbe ucciso e fatto a pezzi la madre Lucia Cipriano a Melzo.
A cura di Enrico Spaccini
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La casa di Lucia Cipriano a Melzo
La casa di Lucia Cipriano a Melzo
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La Procura di Milano ha chiesto per Rosa Fabbiano una condanna a 28 anni di reclusione. Secondo l'accusa, la 59enne ha ucciso l'anziana madre Lucia Cipriano il 31 marzo 2022, ha fatto a pezzi il suo corpo e lo ha nascosto nella vasca da bagno della sua abitazione di Melzo, nel Milanese. Per la pm Elisa Calanducci, titolare delle indagini, la "povertà ideativa, emotiva e anche affettiva" di Fabbiano non sarebbe sufficiente "a mettere in dubbio che non fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti". La sentenza potrebbe arrivare il prossimo 19 dicembre, quando la difesa parlerà davanti alla Corte d'Assise.

L'omicidio di Lucia Cipriano

Stando alla ricostruzione fornita dalla Procura, il 31 marzo dell'anno scorso Fabbiano ha "strangolato o soffocato" la madre 84enne per impedirle di "strillare". Da quel giorno, infatti, nessuno avrebbe più avuto notizie di Cipriano. Solo il 12 aprile successivo la 59enne sarebbe tornata nella casa della madre a Melzo.

Una vicina, infatti, ha raccontato di aver sentito provenire dalla finestra dell'abitazione di Cipriano un "cattivo odore" e di aver visto "fumo uscire dalla finestra". Per la Procura, è in quel giorno di aprile che Fabbiano ha iniziato a fare a pezzi il corpo della madre: "Ha spogliato il corpo e ha cercato di bruciare gli indumenti".

Il ritrovamento del corpo

Solo il 26 maggio è stato ritrovato il cadavere di Cipriano. Loredana, sorella di Rosa Fabbiano, aveva deciso di verificare di persona le condizioni di salute della madre. Il cadavere dell'84enne giaceva fatto a pezzi all'interno della vasca da bagno della sua abitazione di Melzo sigillata con un telo in cellophane fissato ai bordi con il nastro adesivo.

Secondo la Procura, il movente dell'omicidio sarebbe da cercare nella "situazione non proprio di serenità o soddisfazione" che stava vivendo Fabbiano in quel periodo. Una sua sorella, infatti, si era trasferita a Trento, il rapporto con il marito con disabilità non era dei migliori e in più la 59enne soffriva di problemi di salute.

Una "condizione di estremo disagio" alla quale si era aggiunta l'anziana madre e le sue necessità. La prossima udienza è stata fissata per il 19 dicembre: toccherà alla difesa dell'imputata parlare davanti alla Corte e già quel giorno potrebbe arrivare la sentenza.

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