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Legionella in Lombardia, Puoti: “16 casi non sono pochi, bisogna controllare”

Non sono pochi i casi di legionella in Lombardia. “Bisogna sanificare gli impianti di condizionamento e le fontane del paese. Con il caldo possono aumentare ancora di più i casi”, ha spiegato a Fanpage.it Massimo Puoti, il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Niguarda di Milano.
Intervista a Dott. Massimo Puoti
Primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Niguarda di Milano.
A cura di Giorgia Venturini
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Sono saliti a sedici i casi di legionella in Lombardia, sono tutti concentrati nella Bergamasca. Il Comune di Clusone ha iniziate le indagini sugli impianti di condizionamento del paese. Ma perché le tubature? In Lombardia è allarme legionella? Ha chiarito tutto sulla malattia a Fanpage.it Massimo Puoti, il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Niguarda di Milano.

Dottore, di che malattia si tratta?

La Legionella è una malattia causata da un batterio omonimo. Prende il nome da un evento in corso in un hotel di Philadelphia nel 1976: era in corso una riunione dei veterani della American Legion quando più di 200 persone vennero contagiate. Allora ci furono 34 morti. Spesso il batterio si diffonde nell'acqua delle docce, nei giochi d'acqua delle spa o negli altri tipi di impianti. Quando l'acqua contagiata produce aerosol o inquina alimenti allora si possono verificare queste infezioni polmonari a causa di questo batterio.

Oltre ai casi di quest'estate, ci sono stati in Lombardia precedenti epidemie?

Ci sono stati dei casi di piccole epidemie da legionella a Bresso, alle porte di Milano, e altri casi molto più importanti nel Bresciano negli anni scorsi. Il caso Bresciano è rimasto un po' nel mistero: vennero controllati gli impianto di alcuni centri commerciali e alcuni serbatoi di alcune acciaierie. A Bresso invece fu accertato che il batterio si trovava nell'acqua della fontana della piazza principale.

Dove è facile il contagio da legionella?

Nelle tubature degli hotel, nelle docce degli ospedali, nell'aria condizionata del centri commerciali. Spesso dipende anche dal caldo: le alte temperature favoriscono l'aumento dei contagi. Insomma, nei luoghi dove c'è aerosolizzazione dell'acqua inquinata.

Quali sono i sintomi?

Può portare a una polmonite ma anche a delle difficoltà dell'apparato digerente, come diarrea e vomito. Esiste una terapia antibiotica e un test in grado di individuare il batterio della legionella, però non per tutti i tipi.

Nella Bergamasca ci sono 16 casi, bisogna preoccuparsi? 

Sicuramente davanti a sedici casi c'è un pronto intervento degli esperti: in queste ore i tecnici dell'Ats stanno cercando di analizzare i vari impianti. Niente di allarmante. Le persone che hanno sintomi, soprattutto fragili, si devono subito rivolgere ai medici in ospedale per il ricovero.

Come si cura?

Si cura con un antibiotico. Ma la mortalità non è bassissima, se i casi sono gravi l'antibiotico però può non essere sufficiente.

Per prevenire il contagio ci vuole un maggior controllo dell'acqua dunque?

Esatto, bisogna sanificare gli impianti di condizionamento come per esempio negli alberghi o in altre ampie strutture. I nostri idraulici comunque sono in grado di controllare adeguatamente e ridurre così le possibilità di un contagio da legionella all'interno degli impianti di scaldabagno, tubi delle docce ecc. Serve una buona manutenzione: ovviamente quando un hotel riapre per la stagione estiva deve fare una serie di controlli.

Dalle fontanelle di acqua potabile in città è sicuro bere?

Non sono un tecnico ma le fontanelle di acqua potabile non hanno lo stesso circuito delle altre fontane del paese. Quindi sono sicure.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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