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Elena Casanova uccisa a martellate dall'ex

L’autopsia, Elena Casanova uccisa dall’ex con 16 martellate. Domani funerali e lutto cittadino

Almeno 16 martellate: questo il numero di colpi con cui Ezio Galesi ha infierito sul corpo dell’ex fidanzata Elena Casanova, uccisa lo scorso 20 ottobre a Castegnato. Dall’autopsia è emerso il dettaglio sull’efferatezza di un omicidio che Galesi ha subito confessato. Domani nel paese del Bresciano si svolgeranno i funerali di Elena: sarà lutto cittadino.
A cura di Francesco Loiacono
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Sono state almeno 16 le martellate con le quali Ezio Galesi ha colpito e ucciso l'ex fidanzata Elena Casanova. Il brutale femminicidio, purtroppo solo l'ultimo di una catena che fa fatica a spezzarsi, è avvenuto lo scorso 20 ottobre a Castegnato, in provincia di Brescia. A rivelare il dettaglio sull'efferatezza del delitto è stato il medico legale che ieri ha eseguito l'autopsia sulla salma quasi irriconoscibile di Elena. Dopo l'esame autoptico il magistrato Carlo Pappalardo ha dato il nulla osta per la consegna della salma ai famigliari: domani, stando a quanto appreso da Fanpage.it., si terranno i funerali della donna a Castegnato, dove il sindaco ha proclamato il lutto cittadino.

Proseguono le indagini: sequestrati i telefonini di omicida e vittima

Proseguono, nel frattempo, le indagini sul femminicidio. Il colpevole reo confesso si trova in carcere dallo scorso 20 ottobre: dopo il delitto aveva infatti atteso l'arrivo dei carabinieri e fin da subito aveva confessato di aver ucciso l'ex fidanzata, attribuendo inizialmente il suo gesto a un raptus. Poi, però, nel corso dell'interrogatorio di convalida l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo arresto è stato convalidato e nei confronti dell'uomo, operaio 49enne, è stato disposto il carcere.

I telefonini di omicida e vittima sono stati sequestrati alla ricerca di precedenti minacce dell'uomo. Con quel telefono Galesi aveva chiamato una delle figlie avute da una precedente relazione subito dopo il delitto, dicendo con una freddezza sconcertante: "Sono soddisfatto, ho fatto il mio dovere". Rispetto all'arma del delitto, invece, contrariamente a quanto era emerso in precedenza sarebbe stata sempre nella disponibilità dell'omicida. Galesi ha infatti detto di averlo preso da una cassetta degli attrezzi che teneva in macchina, e non l'avrebbe dunque rubato poco prima in un negozio di ferramenta.

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