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L’Ats di Milano sceglie i pediatri senza rispettare la graduatoria: le anomalie della sanità lombarda

L’Ats di Milano ha assegnato quattro incarichi da pediatra a medici fuori dalla graduatoria durante il periodo natalizio. Fanpage.it dimostra che quella che potrebbe apparire come un “errore” in realtà è una “situazione che continua a ripetersi negli anni”, come denuncia il sindacato Simpef.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo scorso 31 ottobre, quattro medici pediatri della Città Metropolitana di Milano avevano cessato il proprio incarico. L'Agenzia di tutela della Salute doveva, quindi, trovare altrettanti sostituti nel più breve tempo possibile. Nonostante la procedura stabilisca che per le nomine si debba seguire l'ordine della graduatoria regionale, nessuno dei pediatri scelti – come in grado di dimostrare in esclusiva Fanpage.it – compariva in quella relativa al 2022 e oggi, in quella del 2023, sono piazzati oltre la 300esima posizione.

Nel sito di Regione Lombardia viene, invece, spiegato come l'inserimento in queste liste per i medici "è requisito indispensabile per l'assegnazione di incarichi sia a tempo indeterminato presso strutture pubbliche, sia per poter attivare convenzioni con le Ats".

A far presente il presunto "errore" agli uffici dell'Ats, attualmente diretto da Walter Bergamaschi, già direttore generale dell'assessorato e tecnico voluto dalla giunta di Attilio Fontana per sanare la programmazione sanitaria nominato a fine dicembre 2018, è stato un gruppo di medici. Sebbene iscritti regolarmente alla graduatoria e posizionati meglio dei colleghi a cui sono stati conferiti gli incarichi, affermano, non hanno mai ricevuto una "mail con la richiesta di disponibilità".

"Incarichi assegnati senza seguire la graduatoria"

In particolare: al Municipio 5 è stata assegnata la posizione a una dottoressa che non era presente nella graduatoria del 2022, mentre in quella del 2023 è posizionata 357esima. Stessa cosa è successa al Municipio 8, dove a prendere il posto è stata una pediatra non inserita nella lista 2022 e alla posizione numero 543 di quest'anno, e al Municipio 9 con una dottoressa posizionata solo nel 2023 e al numero 540. A tutte loro, si aggiunge la pediatra a cui è stato assegnato l'incarico al Municipio 4 che è assente in entrambe le graduatorie. Scenario che si è presentato anche a Lodi, con un dottore assente in tutte le liste regionali.

Tra i medici che hanno presentato il problema, del quale si è fatto portavoce Michele Usuelli candidato alle Regionali nella lista Majorino presidente – Patto civico, una pediatra nella graduatoria 2023 è centinaia di pozioni più in alto rispetto a coloro che hanno ricevuto l'incarico (entro le prime 100), ma afferma di non essere mai stata contattata a riguardo da Ats Milano.

Se, come affermato dagli uffici, le nomine sono state fatte nel periodo natalizio dove i pronto soccorso erano intasati di famiglie con bambini malati, la dottoressa in questione ha fatto presente di aver terminato il proprio incarico temporaneo il 21 dicembre e che, nonostante tutto, non era stata presa in considerazione, nemmeno per quegli incarichi che sarebbero iniziati a fine anno. "Non possono che essere il frutto di un errore", sostiene la dottoressa, "in quanto non hanno tenuto conto in nessun modo del regolare processo di assegnazione secondo graduatoria".

L'emergenza negli ospedali

Tra novembre e dicembre dello scorso anno, l'influenza aveva raggiunto un picco superiore a tutti quelli registrati dalla stagione invernale 2009-2010. Secondo i dati pubblicati dal rapporto epidemiologico InfluNet, a cura dell'Istituto superiore della sanità, ci sono state settimane in cui si sono registrati 16 casi ogni mille assistiti. A essere maggiormente colpiti, appunto, sono stati i bambini, in particolare d'età compresa tra 0 e 4 anni.

In questo scenario, quattro Municipi avevano perso il proprio pediatra, andando a caricare ancora di più di lavoro quelli rimasti, cosa che ha creato ulteriori disagi alle famiglie. Un po' come accaduto a Giorgia, la mamma che su Twitter ha raccontato come abbia dovuto aspettare quattro giorni prima che un pediatra visitasse suo figlio di appena 20 mesi, ma con la febbre a 40.

La risposta dell'Ats di Milano

Dall'ufficio di Gestione delle convenzioni per l'assistenza primaria dell'Ats di Milano hanno confermato che no, le graduatorie non sono state prese in considerazione. Il motivo sta proprio nella natura "emergenziale" di quelle settimane, "dovendo trovare in pochissimo tempo quattro pediatri di libera scelta" mentre dalle Asst arrivavano "telefonate giornaliere per avere notizie sui nuovi inserimenti".

In poche parole, per Ats "non c'è stato tempo materiale per interpellare tutti i medici presenti nella graduatoria aziendale 2022″. Un problema che si sarebbe, quindi, riproposto anche per l'incarico di Lodi. Mandare notifiche di assegnazione del posto a chi era regolarmente iscritto alle liste regionali, per Ats Milano evidentemente non rappresentava una sicurezza nell'individuare la figura adatta per quel lavoro. Infatti, affermano, è capitato "recentemente" che "pediatri interpellati dalla graduatoria aziendale pur accettando poi rifiutavano in quanto non in grado di individuare un ambulatorio per l'esercizio della professione".

Rimangono, però, in sospeso alcuni aspetti che non sono stati chiariti. Innanzitutto come sono stati individuati quei cinque profili ai quali sono stati assegnati gli incarichi a termine, visto che nelle graduatorie, chi di loro era presente, sono tutti piazzati in posizioni a dir poco non apicali. E poi, come faceva Ats ad avere la certezza che loro, a differenza di altri, non avrebbero avuto problemi a "individuare un ambulatorio" idoneo?

Il sindacato: "Errori che continuano a ripetersi"

Insomma, l'emergenza c'era, l'ondata di influenza stava mettendo in seria difficoltà la sanità cittadina e questo avrebbe potuto offrire qualche spunto di giustificazione sul fatto che le regole non sono state rispettate. Se non fosse, però, che affermato dal Sindacato medici pediatri di famiglia "situazioni analoghe si sono già verificate negli anni scorsi" e che nonostante non perdano "occasione per segnalare ad Ats i loro errori, continuano a ripetersi".

Il Simpef, infatti, fa sapere che, visto che chi aveva cessato il proprio incarico lo aveva comunicato "entro il 31 ottobre", ci sarebbe stato tempo a sufficienza per seguire la procedura standard. Per il sindacato resta quindi inspiegabile perché non si siano seguite le regole per l'assegnazione degli incarichi.

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