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Lasciò la moglie ubriaca per strada e un’auto la uccise, marito a processo: “Abbandono d’incapace”

Un uomo è a processo davanti alla Corte d’Assise di Pavia, accusato di abbandono di incapace. Secondo gli inquirenti, nel luglio del 2018 abbandonò la moglie completamente ubriaca per strada, vicino a Gambolò, in Lomellina. La donna, la 46enne Victoria Jacova, mentre vagava al buio venne travolta e uccisa da un’auto.
A cura di Francesco Loiacono
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Foto di repertorio
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Lasciò la moglie, ubriaca, sola per strada. E secondo gli inquirenti questa sua decisione costò la vita alla donna, una 46enne che mentre vagava sull'asfalto di notte venne travolta e uccisa da un'auto. Adesso, a distanza di oltre tre anni dalla tragedia, il marito della donna è a processo: davanti alla Corte d'Assise di Pavia deve rispondere dell'accusa di abbandono di incapace. La storia, triste, della 46enne Victoria Jacova è finita la notte del 12 luglio 2018 sulla strada che collega due frazioni di Gambolò, località della Lomellina in provincia di Pavia. Un ragazzo di 24 anni di Vigevano raccontò di essersi trovato di fronte all'improvviso la donna e di non essere riuscito a evitare di investirla con la sua auto. Un racconto ritenuto credibile, tanto che la Procura ha chiesto per il giovane l'archiviazione delle accuse perché ritiene che non poteva fare nulla per impedire l'investimento.

La donna aveva un tasso di alcol nel sangue di sei volte sopra i limiti

Nell'urto Victoria Jacova, una cittadina moldava, morì. Gli accertamenti tossicologici e l'autopsia rivelarono che era completamente ubriaca al momento dell'incidente: nel sangue aveva un tasso di alcol superiore di quasi sei volte rispetto al limite consentito per legge. Perché il marito, sposato in seconde nozze, la abbandonò in quelle condizioni? È questo il punto cruciale al centro del processo che si è aperto a Pavia. L'imputato, il 61enne Paolo Carnevale Miino, sostiene che la moglie scese dall'auto di sua spontanea volontà, dopo una discussione col marito. Per gli inquirenti si trattò invece di un gesto scellerato, di abbandono di una persona che non era pienamente in sé: un gesto dal quale poi derivò la morte della consorte. Adesso spetterà ai giudici della Corte d'Assise stabilire se e quali responsabilità l'uomo abbia nella morte della moglie.

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