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Emergenza siccità in Italia

L’arcivescovo di Milano si può affidare al cielo contro la siccità, il presidente della Regione no

La Regione non ha preso ancora nessun provvedimento contro l’emergenza siccità e continua ad aspettare una soluzione che arrivi “dal cielo”.
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"È chiaro che la situazione rischia di precipitare se non inizierà ad arrivare un po' di acqua dal cielo". E così anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, si affida al cielo per risolvere il problema della siccità in Lombardia.

La preghiera dell'Arcivescovo

Prima di lui ci aveva già pensato l'Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che sabato 25 giugno si recherà in tre diverse chiese delle campagne lombarde per "pregare il santo Rosario per il dono dell'acqua, per il saggio utilizzo di questo bene vitale, per quanti soffrono il dramma della mancanza di risorse idriche".

"Desidero percorrere le terre del riso e del grano, le terre dei fossi e dei campi", ha dichiarato l'Arcivescovo, che ha aggiunto: "Nel tempo della guerra, la preghiera. Nel tempo della pandemia, la preghiera. Nel tempo della siccità, la preghiera. La preghiera per la fecondità della terra e per la pioggia che viene dal cielo".

Insomma per Delfini, comprensibilmente, la preghiera è la panacea a tutti i problemi: dal Covid alla siccità. E che lo dica un religioso rientra nella normalità dei ruoli. Non che lo dica anche chi, a prescindere dall'eventuale intervento divino, ha il mandato da parte dei cittadini di risolvere i problemi senza aspettare la Provvidenza.

L'immobilismo della Regione

Soprattuto se nel frattempo sta con le mani in mano ad aspettare che intervenga, appunto, la Provvidenza o qualcun altro. E ancor di più se – come molti contestano – la Regione è quantomeno corresponsabile della situazione che si è creata.

Nonostante siano ormai settimane che la crisi è esplosa in modo evidente e gli agricoltori chiedano a gran voce una soluzione, visto che dal 30 giugno potrebbero non avere proprio più acqua per irrigare i campi, la Regione ancora non ha adottato alcun provvedimento.

E, a differenza degli altri governatori, in primis Alberto Cirio in Piemonte, Fontana non sta neanche insistendo per lo stato d'emergenza. Al contrario è convinto che "non è detto che risolva i problemi, anzi a volte ne crea di più. E’ una cosa delicata, ora l’importante è quello di operare in maniera concordata".

Eppure sono diverse le soluzioni già prospettate al Governatore Fontana per provare a tamponare questa situazione, come – ad esempio – ordinare il rilascio immediato delle acque stoccate in montagna. Una decisione che, secondo il WWF, se la Regione non dovesse prendere in tempi rapidi dovrebbe provocare il commissariamento dell'ente.

E invece, mentre molti comuni sono costretti a limitare l'uso dell'acqua potabile, in Regione si continuano ad attendere non ben precisate soluzioni concordate, proprio come avvenne all'inizio della pandemia.

In quel caso il continuo rimbalzarsi la palla fra Regione e Governo ha portato alle drammatiche conseguenze che ben conoscono soprattutto i cittadini di Alzano e Nembro. Nonostante questo, il metodo sembra sempre lo stesso: non fare nulla e aspettare che sia qualcun altro a prendere la decisione. Poco importa se nel frattempo la situazione degenera.

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