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L’agricoltore che ha ucciso Antonio Novati doveva lasciare la sua casa, era stata venduta all’asta

Francesco Vailati è stato arrestato per l’omicidio del commercialista Antonio Novati. Secondo quanto ricostruito, l’agricoltore sommerso dai debiti lo incolpava del fatto che la sua casa era stata venduta all’asta.
A cura di Enrico Spaccini
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Il commercialista Antonio Novati
Il commercialista Antonio Novati

Lo scorso giovedì 20 aprile il commercialista e curatore fallimentare per il Tribunale di Lodi Antonio Novati si era recato in auto alla Cascina Passerina, nella campagna di Massalengo nel Lodigiano. Il 74enne milanese avrebbe dovuto consegnare a Francesco Vailati, agricoltore della zona, alcuni atti e comunicargli la data in cui avrebbe dovuto lasciare definitivamente la sua abitazione. La casa e il terreno circostante erano stati battuti all'asta lo scorso 17 febbraio. Logorato dai debiti, è emerso dall'interrogatorio che Vailati si era costruito una realtà parallela, fatta di bugie e falsi aneddoti, in cui avrebbe individuato come colpevole della sua mala sorte proprio Novati. Per questo motivo lo avrebbe colpito a morte con sette coltellate.

La vendita all'asta della casa e del terreno

I dettagli della gara d'asta bandita per l'acquisizione di un'ampia porzione di Cascina Passerina, in particolare la casa padronale su due piani, tre altre unità immobiliari, altrettanti fabbricati adibiti a deposito, stalla e quattro terreni, sono stati pubblicati in un documento risalente al 13 maggio 2019. Come riportato dal Corriere della Sera, l'incarico di gestire quella pratica era stato affidato allo studio di Antonio Novati.

Aveva ormai 74 anni, ma invece di andare in pensione Novati aveva scelto di proseguire con la sua attività. Amava il suo lavoro e perciò preferì continuare a collaborare con il figlio. Aveva incontrato Vailati già diverse volte negli ultimi anni e, al momento, non risultano ci siano state minacce precedenti anche se non sono state ancora escluse.

L'omicidio

Lo scorso 17 febbraio un'ampia porzione della Casina è stata venduta. Vailati, nel frattempo, si era conservato una piccola parte di terreno dove continuava a produrre cereali. Ci aveva ricavato anche un'abitazione che condivideva con i genitori, poi deceduti. Giovedì 20 aprile, l'agricoltore vede concretizzarsi ciò che forse temeva più di ogni altra cosa.

Novati si è presentato al suo cortile a bordo di una Honda Crv e gli ha consegnato gli atti, con tanto di data finale della sua permanenza nelle campagne di Massalengo. A quel punto, il 60enne ha preso un coltello (che ancora non sarebbe stato trovato) e lo ha colpito alla schiena. In tutto, gli ha sferrato sette coltellate.

Il tentativo di nascondere il cadavere

In quel momento, Vailati mette in atto alcuni accorgimenti nel tentativo di nascondere ogni prova di quanto aveva appena fatto. Commettendo, però, una serie di errori che hanno portato al suo arresto nemmeno 48 ore dopo il ritrovamento del corpo del commercialista.

Vailati carica nell'auto il cadavere di Novati, sui sedili posteriori, e si mette alla guida dell'Honda. La abbandona a quattro chilometri di distanza dalla Cascina e rincasa a piedi. Nel frattempo, non si accorge di aver lasciato un'impronta insanguinata sulla maniglia di una portiera e non si rende conto che i pescatori e i ciclisti che incontra per strada si sarebbero trasformati di lì a poco in testimoni.

Ignora anche una telecamera pubblica che lo inquadra nel tragitto verso casa. Raggiunta la cascina, sgozza una gallina e ne sparge il sangue nei punti del cortile in cui erano ancora visibili le tracce ematiche di Novati. Queste, poi, le pulisce con la candeggina lasciando solo il sangue del pennuto con l'idea di spiegare agli eventuali investigatori che cercando avrebbero trovato solo le tracce della sventurata chioccia.

Visti i gravi indizi di colpevolezza, però, i carabinieri del Comando provinciale retto dal colonnello Alberto Cicognani, sotto il coordinamento del pm Maurizio Romanelli decidono di arrestarlo con l'accusa di omicidio. Durante l'interrogatorio, in cui è apparso calmo, ha raccontato che altra gente aveva comprato la porzione della Cascina Passerina, ma che in seguito gliene aveva rivenduta una parte significativa. Cosa che non è vera. Ora Vailati si trova nel carcere di Cagnola di Lodi.

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