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Omicidio Sharon Verzeni

Come sono terminate le ricerche del coltello con cui è stata uccisa Sharon Verzeni

Si sono concluse oggi le ricerche dell’arma con cui la 33enne Sharon Verzeni è stata uccisa ormai un mese fa, mentre passeggiava da sola per via Castegnate a Terno d’Isola (Bergamo). Nessun rinvenimento rilevante ai fini delle indagini.
A cura di Francesca Del Boca
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Per due giorni interi carabinieri ed esperti hanno messo a soqquadro l'interno paese di Terno d'Isola (Bergamo) scavando, aprendo tombini, setacciando giardini, campi e cespugli con i metal detector. Ma niente da fare.

Si sono concluse oggi le ricerche del coltello con cui la 33enne Sharon Verzeni è stata uccisa ormai un mese fa, mentre passeggiava per via Castegnate: nessun reperto rinvenuto, nessuna pista interessante che possa finalmente imprimere una svolta alle indagini che girano a vuoto ormai da trenta giorni.

"Ringraziamo la cittadinanza, il Sindaco di Terno d'Isola e i volontari del Mu.Re. per la collaborazione prestata in queste ore diretta a consentire agli inquirenti gli opportuni accertamenti sui luoghi del delitto", ha fatto intanto sapere in una nota Luigi Scudieri, legale che assiste la famiglia Verzeni. "Il vile assassino di Sharon deve sapere che nessun ostacolo fermerà mai la sua individuazione".

Le indagini sull'omicidio di Terno d'Isola

La soluzione del giallo, però, al momento sembra essere più lontana che mai. Delle quasi 60 telecamere presenti nella zona di Terno d'Isola, nessuna sembra aver ripreso l'assassino di Sharon. Senza contare che a quell'ora di notte, intorno alle 00.50 del 30 luglio scorso, la strada era semi deserta e i residenti di via Castegnate tutti a dormire. Unica eccezione, un 76enne che in quegli istanti fumava sul balcone di casa: l'uomo prima avrebbe negato agli inquirenti la sua presenza e poi, ritrattando, avrebbe ammesso di non aver visto niente ("Mi hanno operato di cataratta e ci sento poco").

La vita privata di Sharon Verzeni

Ma non solo. Dagli approfondimenti sulla vita privata di Sharon non sarebbero inoltre emersi elementi rilevanti, spunti che potessero condurre all'assassino della giovane barista. Il compagno Sergio Ruocco, storico fidanzato da ben 13 anni, la notte del delitto era in casa, e sembra avere un alibi di ferro: non è mai stato ripreso uscire dall'abitazione che condivideva con Sharon in via Merelli, se non all'arrivo dei carabinieri che l'hanno buttato giù dal letto.

I versamenti di denaro a Scientology

La coppia poi, che aveva in programma di sposarsi, non aveva stretto amicizie al di fuori del giro familiare. Gli unici contatti con l'esterno di Sharon, secondo quanto emerso, sarebbero stati i colleghi e i datori di lavoro del bar Vanilla a Brembate. Gli stessi che l'avrebbero indotta ad avvicinarsi a Scientology, a cui la 33enne aveva recentemente versato poche migliaia di euro per qualche corso nella vicina sede di Gorle. Una strada che, però, si sarebbe esaurita in pochissimo tempo: l'interesse della giovane era recente, e le conoscenze fatte all'interno del movimento sarebbero state poche e superficiali.

L'ipotesi del pusher in paese

Resta così ancora aperta l'ipotesi dello squilibrato, o dello sbandato armato di coltello, che sarebbe riuscito a svanire nel nulla eludendo decine e decine di occhi elettronici. Qualcuno che vive ai margini, magari all'interno delle piazze di spaccio del paese, che avrebbe però aggredito Sharon senza motivo.

La 33enne non aveva infatti con sé borsa, portafoglio o oggetti di valore, ed è stata sorpresa da coltellate assestate in maniera rapida e sicura. Dalle analisi delle telecamere, che hanno ripreso Sharon passeggiare da sola qualche secondo prima dell'aggressione mortale, non ci sarebbe stato il tempo necessario per respingere un eventuale tentativo di violenza o di rapina. Le quattro coltellate, afferma l'autopsia, sono state sferrate da una mano salda, che aveva tutta l'intenzione di uccidere.

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