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La prostituzione al tempo del Covid a Milano: “Lavoriamo per pagare l’affitto”

L’economia del sesso a Milano e nell’hinterland ha subìto un pesante contraccolpo a causa della pandemia, ma non è scomparsa. Basta percorrere le strade del sud Milano: le strade del sesso. Un rapporto sessuale può costare dai 20 ai 30 euro e senza precauzioni viene offerto a 50 euro. Siamo stati a parlare con alcune operatrici del sesso dell’area sud di Milano, tutte ragazze provenienti dall’Est Europa, tutte – seppur alcune molto giovani – con a carico un minore da mantenere nel Paese di origine. Mentre a Milano abbiamo incontrato una donna che si prostituisce in casa, osservando tutte le norme anti Covid.
A cura di Valeria Deste
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Un panorama fatto di disperazione, solitudine, sesso a pagamento. Il Covid non ha fermato la prostituzione sulle strade a Milano e nel Milanese, in barba ai divieti anti contagio che vengono infranti per la paura di non riuscire a sottrarsi al racket della prostituzione oppure alla prospettiva di non poter a far fronte al proprio mantenimento, a pagare l'affitto o a mantenere gli affetti a carico. L’economia del sesso nel milanese ha subìto un pesante contraccolpo a causa della pandemia, ma non è scomparsa. Resta comunque la sensazione di un mercato tuttora attivo che, oltre agli aspetti morali e legali, ora costituisce anche un serio problema dal punto di vista sanitario: un potenziale veicolo di contagio che le autorità al momento sembrano ignorare.

Le strade del sesso

Basta percorrere le strade del sud Milano: le strade del sesso. Dicono che questa sia una terra di provincia, vizio, sesso. Roccaforti della malavita dove il mestiere più antico del mondo si svolge tranquillamente, nel rispetto del coprifuoco e, a detta delle operatrici del sesso di quella zona, spesso con la connivenza di albergatori locali. Un rapporto sessuale può costare dai 20 ai 30 euro e senza precauzioni viene offerto a 50 euro.

Noi ragazze dell’Est

Siamo stati a parlare con alcune operatrici del sesso dell'area sud di Milano, tutte ragazze provenienti dall’Est Europa, tutte – seppur alcune molto giovani – con a carico un minore da mantenere nel Paese di origine. La prima donna, di origine romena, offre libido e trasgressione su un materasso posizionato all’inizio della stradina sterrata di campagna. Indossa la mascherina e racconta che “ormai, si lavora solo per pagare l’affitto”. Quando le restrizioni dei vari Dpcm diventano più stringenti, lo zoccolo duro del suo portafoglio clienti la porta in hotel. Non teme la strada. “Di matti ce ne sono tanti, li vedo quotidianamente. Fotografo sempre la targa e se qualcuno tenta di rapinarmi o picchiarmi, e succede, io chiamo la Polizia o i Carabinieri”. La paura del contagio? “Mi fido dei miei clienti: se mi dicono che non hanno la febbre e stanno bene, io gli credo”. Una volta la donna romena faceva la badante, poi ha perso il lavoro e ha iniziato a intraprendere la professione più antica del mondo. “Si guadagna di più”. Poco più avanti incontriamo Ela, ragazza albanese di 30 anni. Parla poco l’italiano e ha fame di soldi. “Devo lavorare”, ripete in continuazione. Il Covid per lei non esiste. “Non ci credo”, commenta. Entrambe affermano di non dover rendere conto dell’amore elargito lungo la Paullese a nessuno. “Lavoriamo per noi stesse, nessuno ci costringe”.

Prostituzione indoor in viale Fulvio Testi a Milano

Siamo stati in viale Fulvio Testi, da tempo culla della prostituzione cinese in appartamento. Le operatrici del sesso qui adescano i propri clienti nei bar, nelle tabaccherie oppure alla fermata del tram. Ed è proprio alla fermata del tram che incontriamo la sex worker che ci spiega come raggiungere il suo appartamento. Dopo poche fermate di tram giungiamo a destinazione: ci fa entrare in casa sua. Sempre rigorosamente con la mascherina: “Io faccio sesso con la mascherina e vado solo con uomini italiani e cinesi”, ci tiene a precisare. La donna è molto attenta al rispetto delle norme anti contagio. Prima di tutto, chiunque entra in casa sua deve disinfettarsi le mani e deve farsi misurare la temperatura corporea, attraverso un termo scanner. “Il lavoro è calato tantissimo – racconta -: faccio solo 3/4 clienti al giorno. Prima facevo la donna delle pulizie in nero, ma ora non c’è più lavoro nemmeno in quel settore. Un’amica mi ha proposto questo lavoro, quello della prostituta. Non mi piace, ma devo lavorare in qualche modo”.

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