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Caso Ruby

La Procura ricorre contro le assoluzioni del Ruby ter, per i pm le testimonianze andavano usate

La Procura di Milano ha presentato ricorso in Cassazione contro le assoluzioni del processo Ruby ter. Per i pm, le testimonianze delle 23 imputate andavano usate e non escluse come hanno invece deciso i giudici.
A cura di Enrico Spaccini
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La Procura di Milano ha presentato ricorso in Cassazione contro le assoluzioni del processo Ruby ter decise dal Tribunale il 15 febbraio scorso. La decisione presa dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio è relativa solo a questioni di diritto. Le 23 imputate interrogate tra il 2012 e il 2013 nei processi Ruby e Ruby bis erano state sentite come semplici testimoni, e non come indagate. Non hanno, quindi, avuto assistenza di un avvocato difensore e perciò, per il Tribunale, c'è stata una "omissione di garanzia" che ha portato alla loro assoluzione.

I magistrati hanno deciso di saltare la Corte d'Appello, in quanto condividono l’impostazione della sentenza della settima sezione penale del tribunale di Milano, relativa alla ricostruzione dei fatti. Al contrario, contestano le considerazioni giuridiche che hanno portato i giudici a escludere che le deposizioni degli imputati accusati di falsa testimonianza potessero essere utilizzate nel processo Ruby ter.

Per il giudice già quando le 23 imputate erano state sentite come semplici testimoni avrebbero potuto essere indagate. Secondo il Tribunale, infatti, c'erano già "plurimi indizi" di una corruzione in atti giudiziari a causa dei versamenti ricevuti dall'ex presidente Silvio Berlusconi per non dire o tacere su cosa avveniva, secondo l’accusa, durante le cene ad Arcore.

Nel caso in cui dovesse essere accolto il ricorso presentato dalla Procura, la Cassazione potrebbe rinviare il fascicolo alla Corte d’appello di Milano per un ennesimo processo a oltre 13 anni dai fatti contestati. Questo, inoltre, non riguarderà Berlusconi che è stato assolto "perché il fatto non sussiste" e perché è deceduto il 12 giugno.

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