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Caso Ruby

Ambra Battilana risarcita da Emilio Fede: “Io circondata da uomini che pensavano di farmi ciò che volevano”

“Dopo tredici anni la verità in tribunale. Emilio Fede? In una sola notte distrusse tutti i miei sogni”. L’intervista di Fanpage.it ad Ambra Battilana, che denunciò lo scandalo del bunga-bunga di Arcore (e il produttore Harvey Weinstein in America)
A cura di Francesca Del Boca
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Ambra Battilana durante i processi Ruby al Tribunale di Milano
Ambra Battilana durante i processi Ruby al Tribunale di Milano
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Ha pagato un caro prezzo per aver denunciato lo scandalo del bunga-bunga alle cene di Silvio Berlusconi ad Arcore, costituendosi parte civile nell'ambito del processo Ruby. Oggi però l’ex miss Piemonte Ambra Battilana ha ricevuto in cambio un piccolo risarcimento: 25mila euro che lo storico direttore del Tg4 Emilio Fede dovrà riconoscerle per averla “adescata” dopo un falso provino televisivo e condotta a una delle serate di Villa San Martino come "oggetto sessuale".

"Ero in tribunale ieri, e sono soddisfatta. Ma bisogna ancora lottare”, racconta adesso la modella 31enne, che vive negli Stati Uniti e ha avuto un ruolo cruciale in un’altra storia di molestie all’interno del mondo dello spettacolo: è stata la prima donna a denunciare alle autorità il potentissimo produttore cinematografico Harvey Weinstein, dando di fatto il via al movimento globale del Me Too.

Il processo Ruby ter
Il processo Ruby ter

Come commenti la notizia del risarcimento che Emilio Fede ti dovrà riconoscere?

Oggi, dopo tredici anni, ho finalmente ascoltato il giudice riconoscere la verità. Era ciò che volevo fin dall'inizio.

È un risarcimento corretto? E in generale, giustizia è stata fatta nei tuoi confronti dopo questa vicenda?

Il dolore provocato non potrà mai essere risarcito con nessuna quantità di denaro. Utilizzerò questa somma per poter iniziare o aiutare un movimento di supporto alle donne in Italia.

Che ricordo hai di Emilio Fede? 

L'avevo conosciuto durante un provino come meteorina, per me era praticamente un estraneo. Il giorno successivo al provino, però, pensò fosse comunque appropriato condurmi a un party con donne dello spettacolo nude. Ero giovanissima, piena di aspettative… i miei sogni vennero distrutti tutti quella notte.

Per i giudici, si tratta di un episodio "sia pure con più subdole modalità, di violenza contro le donne", ridotte a "oggetti". Come commenti queste parole?

Nel 2010 mi sono trovata vittima dell’essere una donna giovane che voleva lavorare nel mondo dello spettacolo. Circondata da uomini che, solo per quel motivo, pensavano di potermi comprare e di potermi fare ciò che volevano. Sono stata portata ad Arcore, a mia insaputa, da persone che si stavano approfittando della mia età e dei sogni che una ragazza di 18 anni può avere.

Hai sempre denunciato le molestie. E hai dichiarato: “In Italia mi chiamavano prostituta, negli Usa ero un’eroina”. In che senso?

Ho lasciato l'Italia per cambiare vita, ma sono finita in una situazione analoga a New York con Harvey Weinstein: mi mise le mani addosso durante un casting. Andai subito a denunciarlo alla polizia, e nel tempo l'ho incastrato anche grazie al lavoro con Ronan Farrow e al movimento Me Too. Hanno cercato di comprare il mio silenzio, ma non ho mai ceduto e ho sempre portato avanti le mie battaglie. A maggior ragione dopo quello che mi era accaduto in Italia.

In questi giorni in Italia, a seguito di un caso di cronaca che ha sconvolto il Paese, si parla tanto del tema violenze sulle donne. A che punto siamo? Come si fa a segnare una svolta?

C'è davvero bisogno di un cambiamento, le donne devono essere libere di avere dei sogni e di essere sé stesse. Io, dopo tanto tempo, ancora mi concentro per cercare di aggiustare le cose sbagliate. Lo faccio all’estero e spero molto presto anche in Italia, visto che determinati personaggi lì non hanno ormai più potere.

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