La prima manifestazione contro il Governo Meloni: “È omofobo e misogino, abbiamo paura”

A distanza di poche ore dal giuramento del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, le piazze iniziano a mobilitarsi. Per prima lo fa quella simbolo dell'orrore a cui le derive di estrema destra possono portare: in piazza Fontana, a pochi passi dal Duomo di Milano, il 12 dicembre del 1969 dal tetto a cupola della Banca nazionale dell'agricoltura scoppiarono 7 chili di tritolo, uccidendo 17 persone e ferendone altre 87. Fu il primo grande attentato di matrice neofascista, che segnò l'inizio della strategia della tensione.
Nemmeno la data della manifestazione – denominata #rEsistiamo – è casuale. E non solo e non tanto perché coincide con il giorno d'insediamento del nuovo governo di centro destra, quanto, anche, perché il 22 ottobre del 2009 il geometra 31enne Stefano Cucchi morì mentre si trovava in stato di custodia cautelare nel carcere romano Regina Coeli. Solo 11 anni dopo la responsabilità del suo decesso fu ufficialmente attribuita al pestaggio da parte di due carabinieri e alla mancanza di cure adeguate.
Un luogo e una data che ricordano la fragilità dei diritti umani e civili e lo spettro della destra fascista tanto temuto quanto mai totalmente debellato in Italia.
"Siamo preoccupati per i nostri diritti"
"Le prime azioni e intenzioni di questo nuovo esecutivo – dice a Fanpage.it Luca Paladini, fondatore dei Sentinelli di Milano, tra gli organizzatori del presidio – si sono manifestate già prima del giuramento, con la nomina a seconda e terza carica dello Stato di figure come Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana".

"Siamo preoccupati – continua Paladini -, perché se l'ambito economico resterà più o meno arginato, sarà su quello dei diritti e delle libertà civili che questa destra manifesterà la sua vera natura".
"Non mi sento rappresentato da questo governo – confida a Fanpage.it un ragazzo arrivato da Roma per seguire la manifestazione – e a essere in pericolo non sono solo io che ho la pelle scura, ma anche tutti quelli che si trovano a loro modo in minoranza".
Famiglie arcobaleno in stato d'allerta
Tra coloro che più di tutti in queste settimane stanno temendo per la sorte dei loro diritti ci sono le famiglie arcobaleno e tutto il mondo Lgbt+. "Questo governo – commenta una ragazza in rappresentanza della comunità queer – è omofobo e misogino, rappresenta tutto ciò contro cui combattiamo da anni".

"Ho 4 figli, la più grande ventenne – racconta a Fanpage.it una donna scesa in piazza -. La mia compagna e io siamo state tra le prime a ricorrere alla procreazione assistita all'estero. Siamo una famiglia come tante, certo ci sono stati momenti difficili per la pressione sociale derivata dal non essere una coppia composta da uomo e donna, ma la fatica maggiore è stata crescere quattro figli, cosa non da tutti, gay o etero che siano".
Un uomo e il suo compagno spingono un passeggino doppio che trasporta due bimbi di nemmeno tre anni. "Anche noi siamo andati all'estero – dice uno di loro -, ci sono voluti molti soldi e un percorso parecchio ostacolato e, visti i presupposti, in futuro sarà anche peggio".
Quando gli chiediamo come mai non voglia mostrare il volto davanti alla telecamera, la sua risposta condensa lo stato attuale sui diritti dei non etero: "Potrei avere problemi al lavoro"

Il sostegno di Kustermann e Claudia Pinelli
Tra i manifestanti, in piazza, diversi consiglieri ed europarlamentari del Pd, da Pierfrancesco Majorino a Daniele Nahum fino a Diana De Marchi, anche se il presidio è stato dichiarato più volte come apartitico.
A staffetta si passano il microfono attivisti per i diritti e testimoni di diritti negati, assieme a volti noti come quelli della ginecologa Alessandra Kustermann – "Non è il momento di resistere ma di vigilare", dice al microfono – e di Claudia Pinelli, figlia dell'anarchico e partigiano Giuseppe, defenestrato dopo essere stato ingiustamente accusato per la strage di piazza Fontana.

Un flash mob e Bella ciao
Dopo un'ora di interventi, dalle braccia dei manifestanti si alzano cartelli bianchi con la foto di La Russa e Fontana: dietro ogni cartello le frasi dei due che più hanno inorridito il popolo dei diritti e sotto l'hashtag #resistiamo.
Poi, oltre alle mani e agli striscioni, in cielo si levano i canti. Tra tutti uno all'unisono: "Una mattina mi son svegliato, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao".