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“La mia vita è un inferno”, perseguitata da anni, ora il vicino va a processo

Aggressioni, minacce e atti di vandalismo. Anni di querele “dimenticate in un cassetto”. La donna aveva anche chiesto al proprio avvocato il porto d’armi per difendersi. Ora il vicino andrà a processo.
A cura di Enrico Spaccini
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Piera Pendusci (foto da Facebook)
Piera Pendusci (foto da Facebook)

"La mia vita è diventata un inferno". Piera Pendusci, vedova di 62 anni residente a Berbenno, in provincia di Bergamo, lavora come addetta alle pulizie all'ospedale di Sondrio. Spesso rincasa di sera, al termine del proprio turno di lavoro. "Mi faccio accompagnare da mio fratello, o amici e colleghi. Ho paura di essere aggredita". A rendere la sua vita un "inferno", è un vicino di casa. Negli ultimi anni, il 55enne Sem Partesana ha collezionato numerose denunce a suo carico da parte di Pendusci, ma solo da qualche giorno ha rimediato una misura cautelare. Il 15 settembre si dovrà presentare davanti al giudice dell'udienza preliminare, Antonio De Rosa.

Le aggressioni

Per provare le aggressioni che era costretta a subire, Pendusci aveva deciso di installare un sistema di video sorveglianza. Ora, i filmati registrati da quelle telecamere sono stati allegati alle numerose querele che ha sporto contro Partesana. Le immagini hanno catturato alcuni degli atti di vandalismo che l'uomo ha commesso ai danni dell'abitazione della 62enne. Invece, come prova delle aggressioni fisiche, la donna ha portato alle autorità i referti dei medici per le lesioni che ha riportato alla gamba sinistra, al polso della mano e altre due ferite riportare in diverse occasioni, una delle quali con un rastrello di metallo. Pendusci aveva anche chiesto al proprio legale, Giuseppe Romualdi, quale fosse la procedura per ottenere il porto d'armi: "Per permettermi di difendermi da sola da quell'individuo violenti, perché la giustizia non fa nulla. Non mi protegge".

"Denunce dimenticate in un cassetto"

Piera Pendusci aveva raccontato delle sue difficoltà anche nelle pagine de "Il Giorno". Forse il passo che ha dato una vera svolta alle sue vicissitudini. "Il giorno stesso della pubblicazione dell'articolo è stata convocata in Procura per essere ascoltata sulle denunce presentate – ha raccontato l'avvocato Romuladi – sembravano essere state dimenticate in un cassetto". Poi la chiamata anche dalla sezione Anticrimine della Questura. In tempi rapidi, è stata disposta la misura cautelare contro Partesana: non può avvicinarsi a Pendusci, deve mantenere almeno 500 metri di distanza, in attesa del processo del 15 settembre.

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