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Matteo Messina Denaro

La mamma del carabiniere morto nel 2007 per prendere Messina Denaro: “Lottava per un mondo migliore”

Nell’arresto di Messina Denaro c’è anche un pezzo di Valle Brembana, con la storia del maresciallo dei carabinieri Filippo Salvi, morto nel 2007 in un dirupo a Bagheria nel tentativo di installare delle microspie per incastrare il latitante. Fanpage.it intervista la mamma.
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Arrivava a casa con un 4 e diceva "Eh mamma, poi prendo 8, ci faceva la risata, aveva sempre il sorriso sulle labbra". Mamma Lorenzina Vitali, 77 anni, insegnante in pensione, ricorda così suo figlio Filippo Salvi, il maresciallo dei carabinieri morto a luglio 2007 cadendo in un dirupo mentre posizionava una telecamera sul monte Catalfano, a Bagheria, per monitorare le attività sospette di alcune persone vicine a Matteo Messina Denaro, l'ormai ex superlatitante arrestato lunedì 16 gennaio a Palermo.

A Salvi è stato dedicato l'arresto di Messina Denaro, come simbolo di tutti gli uomini e le donne delle forze dell'ordine che hanno speso la vita nella lotta alla mafia. Ma mamma Renza, così la chiamano tutti a Botta di Sedrina, provincia di Bergamo, continua a pensare a suo figlio come al ragazzo che a casa faceva le scale a due a due, che si metteva all'angolo sul divano e non al carabiniere impegnato nella lotta alla mafia.

"Non preoccuparti mamma"

Filippo diceva "mamma, vado a mettere su qualcosa", riferendosi alle microspie per intercettare e monitorare, "diceva che faceva un lavoro d'ufficio, ma non gli credevo, era per farmi stare tranquilla. Ha sempre raccontato poco del suo lavoro, solo uno scambio di battute avuto con Salvatore Riina, in tribunale, quando il boss si accorse di lui che non era siciliano e chiedendogli "chi te l'ha fatto fare a venire qui?" Filippo gli rispose "sono venuto per te", aveva preso in giro il boss".

Mentre Renza ci racconta l'attenzione di questi giorni per suo figlio Filippo dopo la dedica del colonnello del Ros Lucio Arcidiacono, il suo cellulare continua a suonare. Sono in tanti a congratularsi con la famiglia Salvi, "ma gli amici e i colleghi di Filippo ci sono sempre stati vicini, ci chiamano sempre non solo adesso".

"Mi riempie il cuore – continua Renza – che tutti parlino di un bergamasco di Botta di Sedrina, amava questa terra, voleva tornare a vivere qui, al piano di sopra, ma amava la Sicilia, il suo mare e il cielo azzurro".

Casa Salvi si affaccia sulla piazza che è stata intitolata a Filippo nel 2022, un modo per celebrare un pezzo della Valle Brembana oggi parte di una pagina della storia italiana, l'arresto appunto di Messina Denaro.

"Adesso riesco a recitare una preghiera ogni volta che guardo la piazza – ricorda Renza – all'inizio ho fatto fatica quando il sindaco è venuto a spiegarci l'idea di intitolare la piazza a Filippo, ma adesso devo proprio dire che mio figlio ha fatto del bene, ha fatto del bene". E questo, da lunedì, ora lo sanno tutti.

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