La consigliera comunale Cucchiara: “Su San Siro non accettiamo ricatti, non abbiamo paura del voto anticipato”

Le matasse che il Sindaco di Milano Beppe Sala e la sua giunta dovranno dipanare nei prossimi mesi sono molteplici. E tutte si giocano praticamente sulla gestione dell'Urbanistica a Milano: dal nuovo Piano di Governo del Territorio a quello sulla Casa e fino alla vendita dello stadio San Siro. Sono diversi i nodi da sciogliere. A questi si aggiunge anche la scelta del nuovo assessore all'Urbanistica, dopo le dimissioni di Giancarlo Tancredi conseguenza delle indagini a suo carico nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica della Procura, considerato che nessuno dei nomi proposti tra i tecnici avrebbe dato la propria disponibilità. Al momento le deleghe sono affidate alla vicesindaca Anna Scavuzzo. Insomma, i problemi sono tanti ma l'impasse politico è evidente. Come fare a uscirne? "Se vogliamo uscire davvero dall’impasse, dobbiamo rimettere in discussione il sistema nel suo complesso, a partire dal rapporto tra pubblico e privato", ha detto a Fanpage.it Francesca Cucchiara, consigliera comunale di Europa Verde.
L’inchiesta sull’urbanistica ha travolto il Comune di Milano. Si parla anche di tensione tra il sindaco Sala e i partiti che sostengono la maggioranza: è cosi?
Per parte nostra posso dire che ci sia una divergenza significativa sul tema dello stadio. Di fatto, c’è sempre stata: siamo sempre stati contrari alla demolizione del Meazza e al progetto delle squadre. Il punto, oggi, è che si vuole subordinare la prosecuzione della consiliatura all’approvazione di questo progetto. E questo, da ogni punto di vista, è un errore. Intanto perché sarebbe una forzatura: non ci sono i numeri, e per farla passare servirebbero i voti della destra, si tratta di un progetto finito sotto la lente della Procura e questo richiederebbe quantomeno un po’ di cautela. E poi non è certo la priorità per la città.
Nelle ultime ore è stata diffusa la notizia di un ultimatum del sindaco Sala alla maggioranza: chiudere a settembre su pgt, san siro e piano casa altrimenti, cito, “si va tutti a casa”: è realmente così?
Le ultime comunicazioni sulle inchieste e lo stadio sono quelle che abbiamo ascoltato in aula. Non è giunto nessun nuovo “ultimatum”, ma su questo siamo sempre stati chiari. Se ci mettessero davanti a un bivio “o San Siro o tutti a casa”. La nostra risposta sarebbe “tutti a casa”. Non accettiamo ricatti e non abbiamo paura di andare al voto anticipato.
La partita più importante è sullo stadio San Siro. A settembre si chiuderà con la vendita? C’è il rischio di chiudere in fretta sul tema per evitare un eventuale blocco da parte di possibili inchieste?
Non credo ci siano le condizioni per andare davvero avanti su San Siro. Ma se decidessero comunque di forzare la mano, vorrebbe dire chiudere tutto in fretta e male. E proprio adesso, con un’inchiesta in corso, sarebbe il peggior modo possibile di procedere.
Come si può uscire da questo impasse politico? Le elezioni anticipate possono essere una soluzione? Sala potrebbe dimettersi?
L’unico modo per uscirne sia quello di interrogarsi sugli errori, rivedere le priorità e ripartire con il piede giusto. Per anni si è pensato che spingere sull’acceleratore della rigenerazione urbana, attrarre capitali, grandi eventi, milioni di turisti, fosse sempre un bene. La realtà però è diversa. Ed è che questo modello, che pure, va detto, ha avuto un grande consenso elettorale, ha avuto anche degli evidenti effetti collaterali, a partire dall’espulsione delle fasce più fragili della popolazione. Se vogliamo uscire davvero dall’impasse, dobbiamo rimettere in discussione il sistema nel suo complesso, a partire dal rapporto tra pubblico e privato. Sulle dimissioni del sindaco non faccio previsioni. Quello che posso dire è che se siamo ancora in maggioranza è perché crediamo ci sia ancora spazio per cambiare direzione e scrivere un finale diverso a questa storia.