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La moglie di Marwen Tayari, ucciso da un 19enne: “È morto tra le mie braccia, voglio giustizia”

La moglie di Tayari Marouan, il 34enne morire a coltellate domenica scorsa a Bergamo davanti alla sua famiglia, racconta quanto accaduto e chiede giustizia: “È morto tra le mie braccia”. La donna ai magistrati ha raccontato che la famiglia era in gita a Bergamo quando si è fermata a mangiare un panino sui gradini di un palazzo. Qui tra il marito e il 19enne Alessandro Patelli, appena uscito dal suo appartamento, è scoppiata una discussione: il giovane è rientrato in casa, ha preso il coltello e ha ucciso Tayari Marouan.
A cura di Giorgia Venturini
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Chiede ora giustizia Eleonora Turco, la donna che domenica in via Novelli a Bergamo ha visto il marito Marwen Tayari morire dopo essere stato accoltellato, davanti a lei e alle loro due bambine, da un 19enne. Quello che ha visto lo ha raccontato ieri in Procura al pubblico ministero Paolo Mandurino: "È morto tra le mie braccia, ora voglio giustizia".

L'omicidio al termine di una discussione per futili motivi

La donna al magistrato ha raccontato la sua versione dei fatti: la famiglia, con le due figlie di 12 e 3 anni, era arrivata a Bergamo in treno da Terno d'Isola dove ormai vivono da molti anni. Si sono seduti a mangiare un panino sui gradini esterni del palazzo al civico 4b di via Novelli. In quel palazzo vive il 19enne Alessandro Patelli. E proprio tra questo e il 34enne Marwen Tayari, originario della Tunisia, è scoppiata una discussione per futili motivi: forse per una spallata tra la figlia più grande e il 19enne. Secondo Eleonora, dopo uno scambio di parole Patelli è tornato in casa per uscire con un casco in testa e un coltello in mano. Il giovane avrebbe colpito il 34enne con sei coltellate, la più grave al cuore prima di fuggire via: Marwen Tayari, con precedenti per spaccio e maltrattamenti, ha provato a reagire ma è deceduto ancor prima dell'arrivo del medico e dei paramedici del 118. È morto tra le braccia della compagna e davanti alle figlie in lacrime.

La versione dei fatti secondo il 19enne

Ora gli inquirenti stanno confrontando la versione della donna con quella riportata dal 19enne, rintracciato e fermato dai carabinieri pochi minuti dopo l'omicidio. Il giovane, durante il primo interrogatorio con il pubblico ministero e prima di avvalersi della facoltà di non rispondere, ha spiegato di essere sì rientrato in casa dopo una prima lite ma solo per prendere il casco della moto che aveva dimenticato. Ha poi aggiunto di essersi difeso, perché minacciato dal 34enne con una bottiglia rotta. La moglie della vittima ha spiegato che l'unica bottiglia presente era quella di un senza tetto posizionata per terra. L'aggressore è stato portato in caserma dove ha avuto un malore tanto da richiedere il trasferimento all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Ora si trova in carcere a Bergamo in attesa della convalida del fermo. Le indagini dei prossimi giorni riveleranno tutti i particolari dell'omicidio. Ad oggi il pubblico ministero Paolo Mandurino contesta a Patelli l’aggravante dei futili motivi, ma non la premeditazione perché l'omicidio si è consumato in pochi minuti.

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