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Inchiesta sull’urbanistica a Milano

Interessi privati e pressioni politiche: perché “il Villaggio Olimpico allo scalo Romana è illegittimo”

Le carte della Procura di Milano rivelano come il processo di approvazione del Villaggio Olimpico all’ex Scalo Romana (da riconvertire nello studentato più grande d’Italia nel 2026) avrebbe comportato una ragnatela di corruzione e conflitti di interesse tra funzionari pubblici, politici e costruttori.
A cura di Francesca Del Boca
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Sopralluogo del Villaggio Olimpico in vista dei Giochi invernali Milano–Cortina 2026 alla presenza di Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Matteo Salvini e Attilio Fontana
Sopralluogo del Villaggio Olimpico in vista dei Giochi invernali Milano–Cortina 2026 alla presenza di Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Matteo Salvini e Attilio Fontana
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La Procura di Milano non ha dubbi. Il cantiere del Villaggio Olimpico allo Scalo Romana, fiore all'occhiello cittadino in vista dei prossimi Giochi del 2026, sarebbe di fatto "illegittimo". Nonché, in fondo, l'emblema dell'intreccio di potere e interessi privati che ha mosso la maxi inchiesta della Procura sull'urbanistica a Milano.

Secondo i pm, la punta dell'iceberg di un "modello Milano" ormai consolidato di speculazione edilizia caratterizzato da “corruttela sistemica” e da una ragnatela di rapporti tra costruttori privati e funzionari pubblica: una sorta di “spartizione della città” avvenuta tra sviluppatori immobiliari, investitori e imprenditori del mattone (e il loro re Manfredi Catella, ceo di Coima) che, anche attraverso chat personali e incontri riservati con politici e amministratori, avrebbero beneficiato di corsie preferenziali nei processi di edificazione, potendo così tirare su grattacieli con gravi “guasti urbanistici”, legati a una deregolamentazione che in fondo avrebbe favorito la proprietà privata e il guadagno sugli interessi collettivi.

Il Villaggio Olimpico allo Scalo Romana

Il cantiere del Villaggio Olimpico a Milano (Scalo Romana)
Il cantiere del Villaggio Olimpico a Milano (Scalo Romana)

Il Villaggio Olimpico, che sorge nel cuore dell'ex scalo di Porta Romana, viene comprato nel novembre del 2020 da Coima Sgr in cordata con Covivio e Prada Holding per 180 milioni di euro offerti a FS Sistemi Urbani (unica offerta delle sette iniziali dopo una modifica delle regole in corsa): per la Procura, un'area di interesse già da tempo individuata da sviluppatori privati e fondi per dare vita a progetti immobiliari affidati a prestigiosi architetti. Il progetto del Villaggio Olimpico prevede più palazzine edificate su una superficie totale di circa 187mila metri quadri che possano ospitare i 1.400 atleti olimpici e paralimpici in occasione delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, per poi essere riconvertite nello studentato più grande d'Italia già per l'anno accademico 2026/2027. In mezzo alberi, negozi, mercati, spazi per eventi.

Il processo di approvazione del maxi cantiere coinvolge così necessariamente la Commissione per il paesaggio cittadina, presieduta al tempo da Giuseppe Marinoni (indagato). L'iter prevede un parere favorevole condizionale dell'assemblea, rilasciato il 30 giugno 2022, seguito il 18 maggio 2023 da un parere contrario sulla proposta definitiva. Quando il progetto viene riesaminato il 14 settembre 2023, quando ottiene di nuovo un parere favorevole condizionato: l'approvazione definitiva arriva in occasione delle sedute del 7 marzo 2024 del 14 marzo 2024, rilasciata nonostante le precedenti preoccupazioni circa la progettazione e la conformità del progetto da parte del presidente della Commissione. In mezzo, la Procura sottolinea i numerosi e frequenti contatti telefonici tra l'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, il costruttore Manfredi Catella con il presidente della Commissione Giuseppe Marinoni (indagati), su cui avrebbero esercitato continue pressioni per garantire la realizzazione dell'edificio.

Le chat e le riunioni sul Villaggio Olimpico a Milano

In questo quadro l'assessore Tancredi, stando a quanto sostenuto dai pm del pool di Tiziana Siciliano, si pone spesso come una sorta di mediatore per facilitare gli accordi e di conseguenza "influenzare" le decisioni della Commissione comunale. Nel maggio del 2023, Tancredi scrive a Marinoni: "Ciao Giuseppe, saresti disposto a vedere Catella su Scalo Romana?". Ma la rete di quelli che, per la Procura, sarebbero in sostanza accordi illeciti e pressioni sulla commissione, sarebbe ben più stratificata. Con tanto di "incontri avvenuti al di fuori delle forme di conferimento" tra Coima e Marinoni attraverso decine e decine di riunioni (alla presenza anche di Tancredi) a tema "Scalo Romana", tracciati sul calendar dei diretti interessati tra il marzo 2022 e il novembre 2024.

La Procura: "Corruzione sul Villaggio Olimpico"

Dall'analisi delle chat WhatsApp emergerebbe inoltre anche un episodio del 7 marzo 2023, in cui Marinoni avrebbe indotto il componente della Commissione per il paesaggio Alessandro Scandurra a non astenersi nella seduta di quel giorno, in cui si discuteva il Piano Integrato di Intervento (p.i.i.) Zona Speciale Porta Romana- Accordo di Programma Scali Ferroviari " di Coima Sgr spa (per cui aveva ricevuto "come di consueto" il diretto interesse dell'assessore Tancredi). Per gli inquirenti, non a caso. Marinoni avrebbe saputo che Scandurra "era in conflitto di interessi" sullo studentato allo Scalo Romana, visto che proprio su questo progetto aveva fissato con Coima la formalizzazione di un incarico di progettazione.

Ma non solo. I pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici accusano ora di corruzione l'architetto milanese (in concorso con il ceo di Coima Manfredi Catella e il presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni) perché, secondo l'accusa, avrebbe in generale ricevuto come "utilità" da parte di Coima incarichi remunerati con parcelle per 138.873 euro. Un presunto accordo corruttivo, di fatto, per "piegare" l'esercizio della funzione valutativa di Scandurra in favore degli interventi realizzati da Coima, e innanzitutto lo studentato del Villaggio Olimpico allo Scalo Romana.

I messaggi tra Catella e Tancredi: "Evitare danni politici"

Beppe Sala e Manfredi Catella
Beppe Sala e Manfredi Catella

Incontri privati e azioni coordinate per garantire risultati positivi ai progetti di Coima, mitigando allo stesso tempo potenziali imbarazzi politici. Come quelle evidenziate nelle indagini dai pm, che sottolineano ad esempio come Tancredi avesse interesse a concordare un linea comunicativa con Coima relativamente al prezzo delle stanze degli studentati. Scrive l'assessore all'Urbanistica nel luglio del 2024 a Catella: "Detto in amicizia, se con lo studentato Villaggio Olimpico uscite con tariffe medie 900/1000 iva inclusa per noi è un problema molto serio. Ci fate attaccare dalla stampa e dai consiglieri di maggioranza e di opposizione. Lascerei solo il numero dei 450 alloggi agevolati. Confido nel tuo buon senso". 

In quel momento, del resto, già stanno trapelando le tariffe del Villaggio Olimpico, tra le polemiche e i mal di pancia della stessa maggioranza. In tutta risposta Catella, per i pm "con toni dirigisti”, mette al centro dell'attenzione gli "extra costi" e la convenzione già stipulata col Comune, "dettando" in seguito ai funzionari comunali le azioni da predisporre. Nell'ottobre del 2024, Catella annuncia che il giorno dopo avrebbe incontrato "Beppe" Sala su tematiche come il Piano Casa, impartendo intanto"veri e propri ordini" a Malangone e Tancredi sul Villaggio Olimpico, trasmettendo loro una bozza di comunicazione che il Comune di Milano dovrebbe poi indirizzare a Coima", società di cui Manfredi è amministratore. La riprova, per chi indaga, di come Tancredi e Malangone agissero di fatto come "agenti" di Catella, dando priorità ai suoi interessi rispetto a quelli della città.

L'indagine: "Illegittimità nel cantiere allo Scalo Romana"

Il risultato? Una gigantesca struttura nel cuore della città che, sostengono gli inquirenti, nonostante le apparenze non possiede una reale utilità pubblica ma, al contrario, ha connesso molte "regalie" al privato visto che sullo Scalo, tra le altre cose, i neoproprietari avrebbero utilizzato un "bando privato" con "giuria privata" per "selezionare il miglior progetto di urbanizzazione", Ciò sarebbe avvenuto con una "espropriazione della funzione pianificatoria pubblica attribuita inderogabilmente al Consiglio comunale", e violando la legge regionale lombarda sul consumo di suolo. Al costruttore, attraverso lo strumento dell'Accordo di Programma del 2017 sarebbe in questo caso stata inoltre riconosciuta una "massiccia volumetria" non compensata da un "giusto contrappeso", con una "pianificazione priva di interesse pubblico" tra canoni d'affitto delle stanze perfettamente in linea con il mercato immobiliare (circa 827 euro in media) e spazi per negozi ed eventi (quindi per il business) in stile riqualificazione di piazzale Loreto.

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