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Inchiesta sull’urbanistica a Milano

Inchiesta urbanistica a Milano, in sei tra costruttori, architetti e dirigenti a processo per il caso Park Towers

La gup di Milano Alessandra Di Fazio ha disposto il rinvio a giudizio per sei imputati tra costruttori, architetti e dirigenti del Comune di Milano sul caso delle Park Towers, il progetto di tre torri per 113 appartamenti in zona Crescenzago. Le accuse sono di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso.
A cura di Francesca Del Boca
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Le Park Towers a Crescenzago, Milano
Le Park Towers a Crescenzago, Milano
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La gup di Milano Alessandra Di Fazio ha disposto il rinvio a giudizio per i sei imputati sul caso delle Park Towers, il progetto di tre torri per 113 appartamenti in zona Crescenzago, affacciato sul verde del Parco Lambro e finito al centro di uno dei filoni della maxi inchiesta sulla gestione urbanistica per accuse di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso. Vanno così a processo costruttori, architetti e dirigenti del Comune di Milano: l'immobiliarista Andrea Bezziccheri di Bluestone, il progettista Sergio Francesco Maria Asti, i tre ex dirigenti e funzionari dello Sportello Unico Edilizia del Comune Carla Barone, Francesco Rosata, Maurizio De Luca e Roberto Vederio, rappresentante legale della Devero Costruzioni.

Secondo la Procura infatti la costruzione dei due edifici sarebbe avvenuta violando il Testo unico edilizia e alcune norme della legge urbanistica fondamentale, dal momento che i tre stabili da 81, 60 e 10 metri con tanto di box, realizzati in seguito alla demolizione di due capannoni a un piano che sorgevano in via Crescenzago, sarebbero stati qualificati come "ristrutturazione edilizia" (e di conseguenza autorizzati con una semplice Scia da parte di privati) invece che come "nuova costruzione", senza quindi la relativa autorizzazione del Comune e il versamento dei corretti oneri di urbanizzazione: stando alla valutazione formulata dalla Corte dei Conti, le pratiche scorrette che sarebbero state poste in essere per le Park Towers avrebbero infatti provocato un danno erariale di almeno 310mila euro per via dello sconto del 60 per cento concesso sugli oneri di urbanizzazione e del 50 per cento sul contributo di costruzione a chi ha realizzato il progetto. Secondo l'accusa, nonostante il progetto prevedesse altezze maggiori di 25 metri e l'arrivo di oltre 330 nuovi abitanti, non sarebbe stato predisposto inoltre alcun piano attuativo per assicura il necessario riadeguamento dei servizi e della viabilità nell'intera zona. 

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