Inchiesta urbanistica a Milano, gli interrogatori davanti al gip. Tancredi: “Sempre agito nell’interesse del Comune”

Si sono svolti oggi, mercoledì 23 luglio, al settimo piano del tribunale di Milano e davanti al gip Mattia Fiorentini, gli interrogatori preventivi dei sei indagati per i quali i Pm hanno richiesto gli arresti nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica a Milano. Si tratta di Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra, Giancarlo Tancredi, Federico Pella, Manfredi Catella e Andrea Bezziccheri. Il giudice dovrà decidere se accordare gli arresti chiesti dai magistrati e la sua sentenza potrebbe arrivare settimana prossima.
Giuseppe Marinoni non ha risposto alle domande del gip
Il primo a entrare è stato Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione paesaggio del Comune di Milano accusato di corruzione. Secondo le indagini dei Pm, Marinoni, nella doppia veste di pubblico ufficiale e professionista, si sarebbe fatto pagare “alte parcelle” da costruttori e imprenditori per spingere verso l'approvazione in commissione di progetti di edilizia con loro concordati. Marinoni avrebbe agito quindi in una situazione di conflitto di interessi, con la consapevolezza della copertura di Giancarlo Tancredi, assessore alla rigenerazione urbana del Comune di Milano.
Il legale di Marinoni, Eugenio Bono, ha depositato una memoria difensiva al gip in cui contesta il fatto che i pm abbiano riportato negli atti "giudizi morali" più che "elementi concreti" e critica come la "sproporzionata ampiezza dell'indagine", che è stata "impostata come un processo alla speculazione edilizia nei confronti dell'intera città di Milano".
Giancarlo Tancredi: "Ho sempre agito nell'interesse del Comune"
É stato poi il turno di Giancarlo Tancredi, ex assessore alla rigenerazione urbana del Comune di Milano indagato per corruzione, induzione indebita e falso. I pm hanno chiesto per lui i domiciliari con l'accusa di aver favorito il conflitto di interessi di Marinoni. Davanti al gip, Tancredi ha dichiarato di aver sempre agito nell'interesse del Comune e ha affermato di non aver mai voluto favorire intenzionalmente Marinoni. Ha anche detto di non avere mai lavorato "per i propri interessi" e di non aver mai preso "utilità".
Nel corso dell'interrogatorio l'ex assessore non avrebbe scaricato alcuna responsabilità sul sindaco di Milano Beppe Sala, di cui avrebbe invece difeso l'operato. Dopo l'interrogatorio durato un'ora e mezza, Tancredi ha depositato attraverso il suo legale una memoria difensiva nella quale ha chiesto la sospensione dal suo incarico nel comune di Milano.
Federico Pella ha risposto alle domande del giudice
Dopo Tancredi è stato interrogato anche Federico Pella, ex manager di J+S (ruolo da cui si è dimesso ieri). Per lui i pm chiedono il carcere con l'accusa di corruzione: la società di cui era presidente sarebbe tra quelle con cui Marinoni avrebbe stretto un presunto patto corruttivo. Anche Pella ha risposto alle domande del gip e depositato una memoria difensiva.
L'interrogatorio di Manfredi Catella: "Quello che potevo dire l'ho detto"
É stato interrogato anche Manfredi Catella, Ceo e fondatore di Coima. Per lui la Procura chiede i domiciliari per corruzione e induzione indebita. "Ho risposto a tutte le domande e il giudice mi ha dato l'opportunità di spiegare – ha detto dopo due ore di interrogatorio – ho risposto come volevo, tutto quello che potevo dire l'ho detto". Catella ha anche annunciato di aver rinunciato a tutte le attività esecutive in Coima. La proposta è stata accolta dal consiglio di amministrazione, che ha espresso "apprezzamento" per la decisione.
Gli interrogatori di Andrea Bezziccheri e Alessandro Scandurra
É stato quindi il turno di Alessandro Scandurra, architetto ed ex vicepresidente della Commissione paesaggio accusato di corruzione e falso. Secondo i pm, Scandurra avrebbe ricevuto parcelle da Coima per piegare le valutazioni della commissione a favore dell'azienda. Infine è stato sentito Andrea Bezziccheri, presidente di Bluestone.