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Inchiesta ‘Ndrangheta a Brescia, suor Anna Donelli a processo: “Trasmetteva ai detenuti gli ordini del clan”

Suor Anna Donelli è stata rinviata a giudizio con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Per l’accusa, avrebbe trasmesso ordini e messaggi del clan Tripodi ai detenuti.
A cura di Enrico Spaccini
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Anna Donelli (foto da LaPresse)
Anna Donelli (foto da LaPresse)

La giudice dell'udienza preliminare Valeria Rey del Tribunale di Brescia ha rinviato a giudizio suor Anna Donelli con l'accusa di concorso esterno in associazione di stampo mafioso. Secondo la Procura, la religiosa cremonese, che per anni ha lavorato all'interno degli istituti penitenziari di Brescia e Milano, avrebbe veicolato ordini e messaggi dentro e fuori dalle carceri per i componenti della famiglia Tripodi, vicina alla cosca calabrese degli Alvaro. Insieme a Donelli, vanno a processo altre 15 persone, tra cui Giovanni Acri, ex consigliere comunale di Brescia in quota Fratelli d’Italia.

L'operazione di dicembre 2024 e l'arresto di suor Anna Donelli

L'operazione delle forze dell'ordine era scattata nel dicembre del 2024 e aveva portato all'esecuzione di 33 misure cautelari e sequestri per oltre 1,8 milioni di euro. Secondo le indagini coordinate dai sostituti procuratori Francesco Carlo Milanesi e Teodoro Catananti, nel Bresciano sarebbe stata creata un'associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista, legata alla cosca Alvaro, che sarebbe stata in grado di riprodurre una "locale" in grado di condizionare imprese, amministratori pubblici e professionisti, gestendo estorsioni, traffici di droga e armi, riciclaggio e frodi fiscali tramite fatture false per circa 12 milioni di euro.

In questo contesto, suor Anna Donelli era finita agli arresti domiciliari. Secondo gli investigatori, infatti, durante i colloqui nelle carceri con i detenuti avrebbe trasmesso "ordini, direttivi, aiuti morali ai soggetti sodali e contigui al sodalizio reclusi in carcere". Per l'accusa, la religiosa 58enne sarebbe stata al servizio del clan dei Tripodi, al punto che sarebbe stata definita da loro come "una dei nostri".

I ricorsi al Riesame e il rinvio a giudizio

Difesa dall'avvocato Robert Ranieli, Donelli è stata rimessa in libertà il 30 dicembre 2024 su pronunciamento del Tribunale del Riesame di Brescia. Secondo il giudice, infatti, non c'era gravità indiziaria tale da giustificare una misura cautelare. La 58enne, attraverso il suo legale, ha sempre sostenuto di essere vittima di "millanterie” da parte del clan e che non avrebbe mai avuto consapevolezza delle loro attività criminali.

Durante l'udienza preliminare che si è tenuta nella giornata del 16 novembre Donelli è stata rinviata a giudizio con l'accusa di concorso esterno in associazione di stampo mafioso. Il processo nei suoi confronti avrà inizio l'11 dicembre.

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