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Incendio Milano, brucia grattacielo in via Antonini

Incendio in via Antonini a Milano, 10 giorni dopo le cause restano un mistero

Né un cortocircuito e neanche un fantomatico effetto lente: a 10 giorni dall’incendio della Torre dei Moro in via Antonini, a Milano, le cause del rogo restano un mistero. Sembra improbabile anche l’ultima ipotesi filtrata, e cioè che un oggetto di vetro abbia fatto “da lente” concentrando i raggi solari su un rifiuto poi incendiatosi. Prosegue intanto il lavoro dei vigili del fuoco, che è stato lodato dal neo comandante provinciale di Milano, l’ingegner Nicola Micele.
A cura di Francesco Loiacono
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A dieci giorni dall'incendio che ha devastato la Torre dei Moro in via Antonini, a Milano, tra le poche certezze ve n'è una piuttosto angosciante: non si conoscono ancora le cause del rogo. Negli scorsi giorni erano filtrate indiscrezioni su un possibile cortocircuito partito da un appartamento al 15esimo piano – dove però si è scoperto che l'elettricità era stata staccata da giugno -, mentre ultimamente fonti della procura hanno parlato anche di un possibile "effetto lente": un oggetto di vetro potrebbe aver riflesso i raggi solari su un altro oggetto, probabilmente un rifiuto, che ha poi preso fuoco innestando l'ormai famoso "effetto camino" che, complice il materiale combustibile col quale erano realizzati i pannelli della "vela" esterna del grattacielo, ha bruciato in pochi minuti il palazzo. Un'ipotesi tecnicamente possibile, ma che stando a quanto può riferire Fanpage.it viene ritenuta alquanto improbabile dagli esperti.

A poter rilasciare dichiarazioni è solo la procura

Le comunicazioni ufficiali sulle cause di quanto accaduto in via Antonini restano in capo alla procura. Per il resto bocche cucite, anche quella del neo comandante provinciale dei vigili del fuoco di Milano, l'ingegner Nicola Micele, che incontrando la stampa oggi per il suo insediamento ha chiaramente detto di non poter rilasciare informazioni in merito, anche se ci ha tenuto a ringraziare tutto il personale del comando per l'enorme impegno profuso: nei primi 9 giorni si sono alternate in via Antonini 36 squadre di pompieri che hanno effettuato 370 interventi di soccorso.

I pannelli possono sganciarsi ed essere pericolosi

Le operazioni sono comunque ancora in corso: "Ci sono strutture metalliche che vanno verificate per capire se sono ancora integre – ha detto il comandante Micele – Ci sono pannelli che possono essersi sganciati e possono essere pericolosi in caso di vento forte". In questo senso ieri è arrivata la notizia del sequestro dell'area della Torre da parte della procura, che però è solo uno sviluppo tecnico per consentire ulteriori accertamenti: l'area è già sotto sequestro dal momento del rogo per il rischio che la struttura esterna metallica possa crollare (nessun pericolo invece per la struttura portante), ma le operazioni di recupero dei beni non bruciati da parte dei vigili del fuoco procedono. "Per noi inquilini non cambia nulla, c'è stato un sequestro cartaceo nella sede della famiglia dei costruttori, i Moro", spiega a Fanpage.it Solange Marchignoli, avvocata penalista che era una degli inquilini della Torre. Oggi è in programma un incontro tra gli inquilini del grattacielo milanese e alcuni abitanti della Grenfell tower di Londra: entrambi gli edifici hanno subito una sorte analoga, anche se con bilanci molto diversi. Nel catastrofico incendio londinesi ci furono 72 vittime, a Milano invece non ci sono state né vittime né feriti. Ci sono, però, oltre 60 famiglia senza casa: in merito all'aiuto chiesto dagli inquilini al Governo l'amministratore del condominio ha preannunciato novità. "Ce le comunicherà in un incontro in programma sabato mattina", spiega Marchignoli.

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