Incendio a Cornaredo, trovata sostanza accelerante nella camera da letto del 55enne: esami anche sui corpi

I vigili del fuoco del nucleo Investigativo antincendi (Nia) hanno confermato la presenza di una sostanza accelerante nella camera da letto di Carlo Laria, dalla quale si è generato l'incendio che nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 ottobre ha portato al suo decesso e a quello dei suoi genitori, Benito Laria e Carmela Greco. Le fiamme sarebbero partite proprio da quella stanza dell'appartamento al secondo piano della palazzina di via Cairoli a Cornaredo (nella Città Metropolitana di Milano) dove il 55enne viveva insieme al padre e alla madre. Prende corpo, quindi, l'ipotesi che il rogo possa essere stato generato in modo volontario, anche se per le prime certezze bisognerà attendere le perizie del Nia.
L'allarme è scattato intorno alle 3 dell'11 ottobre, quando Benito Lario è uscito di casa chiedendo aiuto a una vicina: "Chiama i vigili del fuoco, mio figlio sta bruciando". L'88enne è, poi, rientrato nell'appartamento per salvare la moglie, l'82enne Carmela Greco, ma non è più uscito. Il palazzo è stato evacuato per il fumo prodotto dall'incendio che stava devastando l'abitazione e che si stava propagando nell'edificio. All'arrivo dei soccorsi, i due coniugi e il figlio 55enne Carlo Laria che viveva con loro erano ormai deceduti.
Una volta estinto il rogo, i vigili del fuoco del Nia hanno eseguito alcuni rilievi nell'abitazione insieme ai carabinieri, coordinati dalla Procura di Milano. L'incendio è divampato nella camera del 55enne, in particolare le fiamme si sarebbero propagate proprio dal suo letto. All'interno della sua stanza è stata trovata una sostanza accelerante (della quale non è stato comunicato ancora il tipo) che non sarebbe compatibile con il contesto abitativo. Secondo gli investigatori, questo ritrovamento confermerebbe l'ipotesi che il rogo sia stato appiccato con un gesto volontario da parte del 55enne.
Verranno eseguiti altri esami nei prossimi giorni anche sulle salme dei tre, per capire se questa sostanza è presente anche sui corpi. Nel frattempo, continuano gli accertamenti dei carabinieri. I militari, infatti, stanno cercando prove del fatto che Carlo Laria fosse affetto da presunte patologie psicologiche.