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Alberto Genovese arrestato per stupro

In casa di Alberto Genovese anche la vittima di stupro a Villa Inferno: “Invitata da braccio destro”

“Villa Inferno” a Bologna e “Terrazza sentimento” a Milano. Due città e ora due indagini collegate dalla presenza di una ragazza amica della vittima di Alberto Genovese, l’imprenditore digitale arrestato per aver drogato e violentato una 18enne. La testimone di quel party milanese (oggi maggiorenne) è la stessa 17enne che ha denunciato di essere stata abusata e costretta a prostituirsi in alcune feste della Bologna bene.
A cura di Salvatore Garzillo
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C’è un filo che lega due città, due festini e ora due indagini:  “Terrazza sentimento” a Milano e “Villa Inferno” a Bologna. La prima è l’ormai famigerata casa dell’imprenditore digitale Alberto Genovese, in carcere a San Vittore con l’accusa di aver drogato e violentato una 18enne nel suo lussuoso appartamento visto Duomo. La seconda è la villa al centro dello scandalo della Bologna bene, dove un gruppo di uomini avrebbe fatto prostituire una minorenne in cambio di soldi e cocaina. L’anello di congiunzione è proprio quella ragazzina che da qualche mese è diventata maggiorenne, coinvolta come presunta vittima nei festini di Bologna e ora testimone di quello avvenuto a Milano lo scorso 10 ottobre. Il suo nome emerge dalle carte del fermo di Alberto Genovese e viene confermato dall’avvocato Donata Malmusi (legale di uno degli arrestati per i fatti bolognesi) ascoltata da Fanpage.it.

L'avvocato di uno degli arrestati di Bologna: alla ricerca di feste

"Non è un caso di omonimia, è la stessa ragazza da cui è partita l’indagine Villa Inferno. Ha detto che avrebbe fatto un percorso di recupero perché all’epoca aveva avuto un crollo nervoso ed era stata ricoverata per un Tso (trattamento sanitario obbligatorio, ndr) ma invece la ragazza appena ha potuto è uscita dal centro ed è tornata a condurre la vita che le piace vivere", dice l'avvocato, che chiaramente è parte in causa e vede, nel collegamento tra i fatti di Bologna e Milano, una possibile strada per alleggerire la posizione del suo assistito.

Da qui le altre affermazioni forti che l'avvocato Malmusi affida a Fanpage.it: "Lei sta bene in quei contesti, li cerca, si trova a suo agio. Li cerca sempre di livello maggiore. Perché Genovese, rispetto ai quattro scappati di casa di Villa Inferno, è un livello molto più alto: casa in centro a Milano, organizzati, col buttafuori, tutte feste consapevolmente a base di droga. Evidentemente lei sta bene in questi contesti".

A questo punto è bene ricordare che nel caso di Genovese c’è stata una violenza perpetrata per ore e – secondo quello che hanno visto dalle telecamere gli inquirenti – contro la volontà della 18enne. Inoltre, anche la ragazza al centro di Villa Inferno è una vittima. L'avvocato, che si assume la responsabilità delle proprie dichiarazioni, prosegue dicendo: "Credo che queste ragazze amino stare in certi contesti per i quali non sono all’altezza. Perché sono giovani, perché non hanno una cultura di un certo tipo. Poi quando capita qualcosa vanno a denunciare. Anche la presunta vittima di Genovese (amica della minorenne protagonista di “Villa Inferno”, ndr) quando è andata lì sapeva di andare a un festino di un certo tipo, con gente molto più grande, che probabilmente si sarebbe consumata della droga, quindi consapevole di andare in quel contesto". Ma decidere di andare in un contesto del genere non significa, naturalmente, decidere di acconsentire a violenze di alcun tipo.   

L'assist per i difensori di Villa Inferno

In ogni caso, come già detto il collegamento tra Villa Inferno – per i quali il processo non è iniziato e siamo ancora alle indagini preliminari – e Terrazza sentimento è, dal punto di vista dell'avvocato Malmusi, un'opportunità in più a livello difensivo: "Abbiamo cristallizzato le misure cautelari – spiega l’avvocato a proposito dei fatti bolognesi – Sono state confermate le misure date dal gip nonostante siano stati riqualificati in peggio alcuni casi di spaccio. Se devo ragionare da avvocato le dico che la presenza della ragazza a casa di Genovese è un assist incredibile perché tra le contestazioni che ci rivolgono c’è anche l’induzione alla prostituzione. È chiaro che se c’è sesso con la minorenne comunque ci può essere la prostituzione minorile, quella è una cosa a parte. Ma qui parliamo di un soggetto che risulta essere una habitué di questi contesti. E allora che facciamo, diamo anche a Genovese l’induzione alla prostituzione? Direi che è inconcepibile".

Milano e Bologna sono vicine ma non così tanto, eppure il filo di droga e violenza di queste due vicende le rende quasi uguali. Come si spiega il collegamento? "La ragazza di Villa Inferno lavora da anni in tutti i locali più noti della riviera romagnola. Ha fatto la ragazza immagine anche quest’estate. Chi frequenta i locali sa benissimo che il giro è quello, passare a Milano è facile. A volte sono serate in discoteca, altre festini privati. È un attimo se fai quella vita".

"Ho saputo della festa di Genovese dal braccio destro"

Chiaramente manca, in questa sede, la voce della diretta interessata, presunta vittima di stupro a Bologna e testimone indiretta di un altro stupro a Milano. Nelle scorse ore la ragazza è stata ascoltata dagli investigatori della Squadra mobile del capoluogo lombardo a cui ha ricostruito la giornata del 10 ottobre, spiegando di essere arrivata a casa di Genovese alle 16 dopo aver saputo della festa dal “braccio destro” dell’imprenditore. La teste ha raccontato di aver visto arrivare la futura vittima attorno alle 20.30 e di non aver avuto più notizie di lei fino al giorno dopo, quando è stata informata della violenza.

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