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Omicidio di Giulia Tramontano

Impagnatiello condannato all’ergastolo ma senza la premeditazione, la sorella di Giulia Tramontano: “Una vergogna”

La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, ma ha escluso l’aggravante della premeditazione. Per Chiara Tramontano, sorella della vittima Giulia, è una “vergogna, vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte”.
A cura di Enrico Spaccini
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"Vergogna. La chiamano Legge, ma si legge disgusto". È il commento della sorella di Giulia Tramontano, Chiara, alla sentenza con cui la Corte d'Appello di Milano ha confermato l'ergastolo per Alessandro Impagnatiello senza, però, riconoscere l'aggravante della premeditazione. Il barman 32enne aveva ucciso la compagna il 27 maggio 2023 nella loro abitazione a Senago (nella Città Metropolitana di Milano) con 37 coltellate quando era incinta al settimo mese del loro figlio e aveva nascosto il cadavere, dopo aver tentato di distruggerlo. "L'ha avvelenata per sei mesi e poi l'ha uccisa", ha scritto su Instagram Chiara Tramontano, ricordando quanto emerso nel corso delle indagini, "Ha cercato su internet: ‘Quanto veleno serve per uccidere una donna'. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione".

La storia pubblicata da Chiara Tramontano dopo la lettura della sentenza d’Appello
La storia pubblicata da Chiara Tramontano dopo la lettura della sentenza d’Appello

Lo scorso 25 novembre la Corte d'Assise di Milano aveva condannato Impagnatiello all'ergastolo ritenendolo colpevole di omicidio volontario pluriaggravato, occultamento di cadavere e procurato aborto. Il collegio di giudici, presieduto da Alessandra Bertoja, aveva ritenuto valida la ricostruzione fatta dalla Procura secondo la quale sin dal 12 dicembre 2022, ovvero pochi giorni dopo che Tramontano aveva detto a Impagnatiello di aspettare un bambino da lui, il barman avrebbe "accarezzato l'idea di sbarazzarsi della compagna".

Risulta, infatti che quel giorno Impagnatiello ha cercato su internet per la prima volta "veleno per topi" e che per quasi sei mesi, ovvero fino al 27 maggio 2023, giorno dell'omicidio, "non ha più abbandonato quel proposito criminoso". In quell'arco di tempo, più volte il barman avrebbe fatto ingerire alla compagna la sostanza velenosa con l'inganno, fino a quando non l'ha colpita a morte con 37 coltellate. Per la pubblica accusa, questi elementi conducono alla contestazione della premeditazione.

Per la difesa, invece, i tentativi di avvelenamento avrebbero avuto il solo scopo di "provocare l'aborto" e non di "causarne la morte". Inoltre, l'omicidio stesso di Giulia Tramontano sarebbe stato un "susseguirsi di errori" senza che ci fosse la "minima pianificazione". Oggi, mercoledì 25 giugno, la Corte d'Appello ha deciso di confermare la condanna all'ergastolo per Impagnatiello e il riconoscimento di tutte le aggravanti, tranne quella della premeditazione. Il perché si saprà solo dopo la pubblicazione delle motivazioni.

Per Chiara Tramontano, la decisione dei giudici è una "vergogna. Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte". Nella sua storia Instagram, la sorella di Giulia ha aggiunto: "E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. Vanno in cella. Nessuno li vuole liberi, inquinano".

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