
Il video di Michael Pereira dopo aver dato fuoco alla casa con dentro la compagna Sueli Barbosa

Nella notte tra il 4 e il 5 giugno Sueli Leal Barbosa, 48enne originaria del Brasile, si è gettata dal quarto piano di un palazzo in viale Abruzzi per cercare di sfuggire a un incendio "deliberatamente" appiccato dal compagno, Michael Pereira, "consapevole" che la compagna sarebbe rimasta intrappolata all'interno e che la sua morte sarebbe stata "dolorosa e straziante". Dopo che l'incendio è stato spento, l'uomo è stato trovato dagli inquirenti in un bar poco lontano in uno stato "visibilmente alterato". Le telecamere di sorveglianza della zona (indietro di un'ora) lo hanno ripreso allontanarsi velocemente dall'appartamento dopo il femminicidio.
Femminicidio Sueli Barbosa, che cosa è successo
Michael Pereira avrebbe "deliberatamente" appiccato il rogo in un ambiente chiuso, "consapevole" che la compagna sarebbe rimasta intrappolata all'interno dell'appartamento e che la sua morte sarebbe stata "dolorosa e straziante". Con queste parole la gip di Milano Anna Calabi ieri, domenica 8 giugno, ha motivato la sussistenza dell'aggravante della crudeltà riconosciuta al 45enne nell'ordinanza di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere per incendio doloso e omicidio volontario aggravato ai danni di Suel Barbosa.
La donna – che si è buttata dalla finestra del suo appartamento, al quarto piano di un palazzo in viale Abruzzi, per sfuggire a un incendio appiccato dal compagno – "oltre a patire ustioni e inalazioni tossiche" era "consapevole e terrorizzata", come confermano anche "le urla di dolore e spavento" immortalate in un video e raccontate dai testimoni. Secondo quanto emerso dalla indagini degli inquirenti, l'uomo avrebbe appiccato il rogo prima cospargendo l'appartamento con sostanze acceleranti, poi gettando per "dispetto" una sigaretta sul tappeto.
Accogliendo la ricostruzione della pm Maura Ripamonti, la giudice ha osservato come quella di Pereira sia stata una "azione lucida e crudele" e che l'uomo non ha manifestato "alcuna forma" di dolore per la morte della compagna. Una "pericolosità sociale" che, per il gip, emergerebbe anche dalla sua "assoluta impermeabilità a sentimenti di dolore" che potrebbe portarlo a commettere altri reati analoghi. Da qui la decisione di convalida della custodia cautelare in carcere.