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Il sindaco del Lodigiano che lotta contro i fanghi tossici sui campi: “Mettiamo delle regole”

Il caso della Wte, l’azienda del Bresciano accusata di aver spacciato fanghi tossici come fertilizzanti, ha scosso molti sindaci dei comuni vicini. Giampietro Tonani, sindaco di Brembio (Lodi), è tra coloro che ha chiesto al consiglio comunale di adottare un regolamento che possa regolamentare l’uso di fanghi in agricoltura: “Il mio è un comune la cui economia si fonda sull’agricoltura e pensare che un domani ci possa essere una situazione come quella del bresciano o pavese, mi spaventa”, ha raccontato a Fanpage.it.
A cura di Ilaria Quattrone
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Il caso della Wte, l’azienda con sedi nel Bresciano finita nell’occhio del ciclone per un’inchiesta relativa al presunto uso di fanghi tossici in molti campi agricoli lombardi, ha spinto molti sindaci a monitorare l’uso di gessi e fanghi nei loro territori. Molte amministrazioni comunali stanno cercando di correre ai ripari adottando regolamenti che possano regolamentarne l’utilizzo e impedire che sulle tavole dei loro concittadini arrivino prodotti contaminati. Una presa di posizione coraggiosa che però spesso trova ostacoli in alcune aziende che minacciano di ricorrere in tribunale per bloccarne la loro azione. Tra gli amministratori che stanno tentando di salvaguardare la popolazione e i loro comuni, c’è il primo cittadino di Brembio, comune in provincia di Lodi, Giampietro Tonani.

La direttiva di Regione Lombardia

Tonani ha proposto al consiglio comunale di adottare un regolamento che possa disciplinare l’uso dei fanghi nei campi agricoli: “Il regolamento non è ufficialmente adottato, ma si è adottato uno schema. Il mio è un comune la cui economia si fonda sull’agricoltura e – spiega a Fanpage.it – pensare che un domani ci possa essere una situazione come quella del bresciano o pavese, mi spaventa”. Il comune di Tonani è tra quelli dove oggi la direttiva di Regione Lombardia sui nitrati ha vietato l’utilizzo dei fanghi: “Siamo un comune in cui la falda acquifera è molto alta e quindi la direttiva ha imposti un limite allo spandimento fino a 500 nitrati etto annui”. Direttiva che fa sì che fino a dicembre 2021, il Comune di Brembio sia tutelato: “La mia paura è che un domani se questa direttiva viene rivista, sistemata e riaperta si riapra la questione dei fanghi e dei gessi”.

Le aziende che minacciano di ricorrere al Tar

Per questo motivo, il sindaco ha pensato di adottare un regolamento da sottoporre agli organi di vigilanza (Ats, Arpa, Provincia di Lodi e Regione Lombardia) così da avere un parere di fattibilità: “Dopo aver raccolto questi pareri, lo si porterà in consiglio comunale per poi essere adottato. Io ho nel frattempo, a spese mie, chiesto un parere legale – precisa a Fanpage.it – perché ho ricevuto alcuni segnali d’allarme”. La preoccupazione è che alcuni agricoltori e aziende possano impugnare il regolamento, ricorrendo al Tar e costringendo poi il Comune a pagare il procedimento con spese pubbliche.

La moria di pesci a Brembio

Secondo gli avvocati consultati dal sindaco, la competenza, la gestione e il controllo dei fanghi è di Regione Lombardia. Il Comune invece può chiedere un parere e adottare provvedimenti più o meno stringenti. A convincere il primo cittadino sulla necessità di disciplinare il tema sono soprattutto alcuni eventi che hanno riguardato il suo territorio: “A febbraio di quest’anno ho avuto sul territorio morie di pesci. È intervenuta Arpa e anche la polizia e hanno constato che – racconta a Fanpage – in una situazione c’è stato spandimento di fanghi che ha causato poi la moria. Inoltre molti cittadini da anni lamentano grossi odori che ci sono in giro per il paese”. Per questo motivo, il sindaco ha deciso di non voltarsi dall’altra parte: “ Mettiamo delle regole da condividere con organi di vigilanza. Io non voglio vietare, ma mettere dei paletti”. Le sue idee e progetti hanno riscosso molto successo, tanto che altri sindaci di comuni vicini lo hanno contattato per chiedere suggerimenti: “Sono stato contattato da altri sindaci che mi hanno fatto i complimenti e voluto il regolamento per prendere spunto. Oltre loro, anche molti agricoltori che utilizzano prodotti naturali e vedono sul territorio tanti loro colleghi utilizzano prodotti che non sono legati alla zootecnica ma che arrivano da produzione chimica, si sono complimentati con quanto fatto”.

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