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“Il ristorante di Cracco ha debiti perché la gente non sa mangiare”: polemiche per la frase dello chef Morelli

“Il passivo di Carlo Cracco è un segnale drammatico della crisi che sta attraversando l’alta ristorazione”, il post dello chef Giancarlo Morelli. “Speravo che la gente negli anni avesse imparato a mangiare, meno e meglio”. Ed è subito polemica. “L’italiano medio non si può permettere uno stellato”
A cura di Francesca Del Boca
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Il ristorante stellato dello chef-celebrità Carlo Cracco in Galleria a Milano accumula in 5 anni un passivo da 4,6 milioni di euro. "Ma il passivo di Cracco non è il passivo di Cracco. È il passivo di noi tutti ristoratori che facciamo da sempre una cucina di qualità".

A sentenziarlo è il collega Giancarlo Morelli, chef Michelin e patron di quattro ristoranti tra Milano, Sardegna e Brianza. Con parole nette e senza sfumature. "Il suo passivo è un segnale drammatico della crisi che sta attraversando l’alta ristorazione", scrive infatti in un post su Instagram. "Affitti troppo alti, energia alle stelle, personale sempre più difficile da reperire e concorrenza spietata".

"Speravo che la gente avesse imparato a mangiare bene"

Ma non solo. "Speravo che la gente negli anni avesse imparato a mangiare. Mangiare meno e mangiare meglio, invece sono incredulo di quanta gente ci sia in coda nei fast food, nei ristoranti veloci, nei casottini sorti per strada durante il Covid, dove neanche ti siedi per mangiare".

Una vera e propria stoccata. "Parliamo di igiene, di pulizia, di attenzione. Noi non possiamo neanche usare i mestoli di legno per girare il risotto, e più della metà di questi posti non ha neanche il cesso! Azzannano famelici cartocci di cibo, e metà di loro non sa neanche cosa stia masticando".

I debiti di Carlo Cracco

Nel post, anticipa già le eventuali critiche: il conto di un ristorante stellato, del resto, è proibitivo per moltissimi potenziali clienti. "Capisco che i ristoranti come i nostri siano più cari del cartoccio per strada, ma fare la spesa dal contadino non è uguale a quella dell’ingrosso o del super, un cameriere che ti serve a tavola con professionalità richiede impegno e formazione, un cuoco esperto va premiato per la disponibilità e il sacrificio".

La conclusione, poi, è ancora più dura. "Gente, non pensate ai debiti di Cracco perché gran parte della ristorazione vive di debiti per sopravvivere, non siamo né ladri ne impostori. A prescindere dal fatto che Carlo è un caro amico e collega, io ritengo che sia uno chef eccellente, un innovativo, un lungimirante". Infine: "Ma saranno poi caxxi suoi, o no?".

La polemica

 colpa mia il passivo di Cracco? Io prendo mille euro al mese e ne pago 450 per una stanza, come ci vado a mangiare un menu da 200 euro o più?", si legge in uno dei commenti sotto il post. "Per la classe media italiana attuale non è fattibile spendere più di 350 euro per una cena", un altro utente.

"In questo post manca l'aderenza alla realtà. Solo un risotto, nel ristorante di Cracco, costa 50 euro: se una famiglia di 4 persone decide di mangiare da Cracco, se ne vanno almeno 500 euro. E 500 euro al giorno d'oggi incidono incredibilmente sul bilancio di una famiglia", cita invece un lungo commento.

"Allora ben venga il ristorantino, la trattoria dove magari non c'è la tovaglia di lino, lo chef con mille stelle e il cameriere che mi abbina il vino al colore dello smalto, ma si mangia bene ugualmente e non devo ipotecare casa se voglio passare una sera fuori. Noi forse non sapremo mangiare, ma voi sicuramente non avete idea di cosa voglia dire vivere. Anzi, sopravvivere". 

"Evidentemente, dell'alto delle vostre cucine, non vi rendete conto che lo stipendio medio di una persona è 1.200 euro. Con questo stipendio deve pagare mutuo o affitto, spese della casa, spese mediche, necessità dei figli, e risparmiare qualcosa perché la loro pensione sarà misera".

E ancora. "L'italiano medio in crisi non va a fare esperienze degustative semplicemente perché non se le può permettere, ha altre necessità da fronteggiare".

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