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“Venditti messo in mezzo per una strumentale rilettura del caso Garlasco”: l’avvocato sulla decisione dei giudici

Annullato il decreto di perquisizione e sequestri a carico dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti e del pm Pietro Paolo Mazza nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Sistema Pavia. A deciderlo è stato il Tribunale del Riesame di Brescia che ha ordinato la restituzione di tutti i beni sequestrati ai due pm, tra cui telefoni, pc e altri dispositivi elettronici. “Una storia strumentale alla rivisitazione di Garlasco”, ha commentato l’avvocato Domenico Aiello.
A cura di Giulia Ghirardi
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Paolo Mazza e Mario Venditti
Paolo Mazza e Mario Venditti

Accogliendo il ricorso delle difese, questa mattina, venerdì 7 ottobre, il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di perquisizioni e sequestri che era stato eseguito lo scorso 9 ottobre a carico dell'ex procuratore di Pavia Mario Venditti e del pm Paolo Mazza, ora a Milano, nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto Sistema Pavia. I giudici hanno ordinato la restituzione di tutti i beni sequestrati a Venditti, difeso dal legale Domenico Aiello, e a Mazza, difeso dall'avvocato Massimo Dinoia, tra cui telefoni, pc e altri dispositivi elettronici.

In pratica, però, saranno restituiti soltanto i dispositivi a Mazza, perché quelli di Venditti sono ancora sotto sequestro per l'altra inchiesta che lo vede accusato di corruzione in atti giudiziari assieme al padre di Andrea Sempio, con l'accusa di aver scagionato in cambio di soldi il figlio nella prima indagine a suo carico del 2017 sul delitto di Garlasco. "Venditti ha accolto il provvedimento con gioia, ma non si riesce a compensare la rabbia e lo sconforto che da giugno abitano nella sua dimora", ha riferito il legale Domenico Aiello. "Un procuratore che dopo 40 anni si vede al centro di una storia strumentale alla rivisitazione di Garlasco".

Il pm Venditti: "Accuse illegittime e arbitrarie"

"Ho tanta rabbia in corpo", ha commentato il pm Venditti dopo il verdetto del Riesame. "Il risultato ottenuto oggi, certamente positivo, non elimina il rammarico ed il grave sconforto che deriva da quanto sto immotivatamente subendo. Questo nuovo annullamento è l'ulteriore dimostrazione della totale illegittimità ed arbitrarietà dei provvedimenti e delle accuse nei miei confronti", riferendosi alla perquisizione "infamante" e il sequestro "punitivo" messi in atto nei suoi confronti.

"La Procura di Brescia non ha esitato a falsificare le carte affermando nel decreto del 8 ottobre 2025 che avrei sostanzialmente acquistato autovetture a titolo gratuito ovvero a prezzi inferiori a quelli di mercato, contrariamente a quanto già da luglio 2025 relazionava la Guardia di Finanza", ha concluso Venditti, augurandosi che "chi ha il potere di vigilare sul corretto esercizio della funzione requirente" possa giungere alle "dovute determinazioni arrestando questo linciaggio di piazza".

L'inchiesta sul Sistema Pavia

I procuratori Paolo Pietro Mazza e Mario Venditti sono indagati in concorso tra loro per corruzione e peculato per una cifra pari a circa 750mila euro. Secondo gli inquirenti, quel denaro sarebbe stato il frutto dei rapporti che i due magistrati intrattenevano con i fratelli D'Arena, Cristiano e Raffaele, ai quali avrebbero concesso "l'affidamento pressoché esclusivo" del noleggio degli apparati di intercettazione e delle auto.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, sarebbero emerse "una serie di anomalie" nei rapporti tra gli ufficiali di polizia giudiziaria che facevano parte della "squadra" e i magistrati Mazza e Venditti. Gli agenti, "soggetti di fiducia di Venditti", si sarebbero riuniti in "un unico stanzone" nel quale si "occupavano delle indagini riguardanti i reati contro la pubblica amministrazione" e nel quale era "quasi quotidianamente" presente Cristiano D'Arena, titolare dell'azienda Eistel alla quale era stato assegnato "l'affidamento pressoché esclusivo" del noleggio degli apparati di intercettazione, e della Cr Service, la ditta che aveva l'affidamento "esclusivo" del noleggio delle auto usate, sempre secondo l'accusa, "in misura incongrua rispetto alle esigenze investigative e destinate a uso privato non inerente alle attività di indagine" da parte dei membri della "squadra" e dello stesso Venditti.

Per l'accusa, Mazza e Venditti avrebbero, infatti, ricevuto diverse utilità come la vendita di auto a prezzo inferiore al mercato, lavori gratuiti di manutenzione alle auto e pranzi di lusso al ristorante stellato di Raffaele D'Arena, fratello di Cristiano, per un totale di circa 750mila euro in cambio di atti contrari ai doveri d'ufficio come proprio gli affidamenti a Eistel e Cr Service.

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