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Il marito tentò di ucciderla per la gestione del gatto: “Non lo posso perdonare”

La lite nel luglio scorso a Ostiano (Cremona) per la gestione del gatto di casa: la donna aveva riportato profonde ferite all’addome, ed era rimasta per 13 giorni in fin di vita. Oggi il processo per il marito.
A cura di Francesca Del Boca
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"È una persona distrutta, continua a ripetersi che non avrebbe mai voluto fare quel gesto. Capisce quanto è stato grave e violento, non lo voleva proprio fare, ma è successo". Lo ripete in continuazione l'avvocato di Carmelo Marino, 56 anni: l'uomo che lo scorso 30 luglio, nel suo appartamento di Ostiano (Cremona), ha affondato quattro coltellate nell'addome della moglie Marina Viassone. La motivazione? La gestione del gatto.

Oggi la moglie, che era stata per 13 giorni tra la vita e la morte, vive in una comunità protetta e non intende rivedere più il coniuge: contro il marito, che non incontra più da quella drammatica mattina d'estate, si è costituita parte civile in udienza preliminare e ha chiesto un risarcimento danni di 200mila euro. La sentenza del processo in abbreviato è prevista per il prossimo 2 ottobre.

L'accusa di tentato omicidio per futili motivi

L'uomo, in tribunale, non si dà pace. E cerca in tutti i modi di avvicinare la moglie. “Lui le ha chiesto scusa tante volte e continuerà per sempre a chiederle perdono", le parole del legale. Ma la donna non ci sente. “È troppo grave il gesto che ha compiuto per perdonarlo. L'ha ridotta in fin di vita", ribatte l'avvocato della vittima. E per un così futile motivo, per di più: questa, infatti, è l'aggravante che pesa come un macigno sull'accusa di tentato omicidio.

"Ho pugnalato mia moglie per l'affido del gatto"

"Prima mi ha accoltellato con un coltello con la punta arrotondata e con un seghetto, ma visto che non funzionava lo ha cambiato e ne ha preso uno appuntito”, aveva testimoniato la donna. La lite era scoppiata la mattina, dopo che la gattina di casa Sheila era sparita nel nulla. "Ho pugnalato mia moglie. Abbiamo litigato per l’affido del gatto", la confessione del marito nel pomeriggio, dopo che le forze dell'ordine avevano ritrovato la moglie riversa sul letto matrimoniale, immersa in un lago di sangue.

Per il gip, al tempo, non c'erano dubbi. "Ha volontariamente pugnalato la moglie disarmata con cosciente volontà di uccidere". E non solo. "Era in grado di intendere e volere, visto che ha mantenuto un certo grado di lucidità ed aderenza alla realtà allertando le forze dell’ordine e i sanitari”, le parole contenute nell'ordinanza di fermo.

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