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Pierluigi Beghetto sgozzato dal vicino di casa a Esino Lario: “Luciano Biffi non voleva ucciderlo”

Luciano Biffi ha ucciso l’assessore e apicoltore Pierluigi Beghetti a colpi di falcetto. Ha confessato l’omicidio e al momento si trova in carcere, ma il giudice di convalida esclude le aggravanti di premeditazione e sevizie.
A cura di Matilde Peretto
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Pierluigi Beghetto e i carabinieri di Lecco al lavoro
Pierluigi Beghetto e i carabinieri di Lecco al lavoro

Nessuna aggravante, né la premeditazione né le sevizie. Luciano Biffi, reo confesso dell'assassinio di Pierluigi Beghetto, ha ucciso in preda a un raptus di lucida follia omicida, ma non lo voleva uccidere. Questo è quello che sostiene il giudice al termine dell'udienza di convalida per l'omicidio dell'assessore di Esino Lario, in provincia di Lecco, sgozzato ad accettate dal vicino di casa Biffi, 60enne residente nel piccolo comune, attualmente in carcere.

Le motivazioni del giudice dell'udienza di convalida

In una nota della Procura di Lecco si legge: "Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto di Luciano Biffi. Riconoscendo la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, così come formulate dalla Procura della Repubblica di Lecco, ha applicato nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere con la sola eccezione, allo stato, delle aggravanti della premeditazione e delle sevizie".

Significa che, secondo il giudice dell'udienza di convalida, Luciano Biffi non voleva uccidere Pierluigi Beghetto. Non voleva infierire su di lui, anche se ha preso in mano un falcetto e lo ha colpito a morte. Ha agito in quello che viene definito un raptus di lucida follia omicida. Proprio per questo motivo, la giudice esclude l'aggravante della premeditazione.

Luciano Biffi ha colpito ripetutamente Beghetto al corpo e in particolare al collo, ma è stata esclusa anche l'aggravante delle sevizie. A quanto pare, secondo il giudice, non voleva infliggere sofferenze alla vittima quando lo ha ucciso domenica la scorsa aprile. Il musicista e cantante di strada 60enne ha confessato l'omicidio e rimane comunque in carcere.

Cos'è successo ad Esino Lario

Nella mattina di domenica 21 aprile, Pierluigi Beghetto deve aver lasciato dei sacchi di pellet in un posto in cui non avrebbe dovuto. Si trovava nella sua abitazione nel comune di Esino Lario, piccolo paese di montagna, di cui era assessore dal 2020. Il suo vicino di casa, Luciano Biffi, deve aver avuto un problema con qualcosa che aveva fatto Beghetti perché è andato a bussare alla sua porta e, dopo aver discusso, ha iniziato a colpire l'assessore prima alla testa con una pietra e poi a colpi di falcetto.

Biffi, una volta commesso l'omicidio, ha coperto con un telo il corpo della vittima cercando di ricomporlo come poteva. Quando sono arrivati i soccorsi e gli agenti della polizia, i sospetti sono subito ricaduti sull'uomo che la sera stessa ha confessato di aver ucciso Pierluigi Beghetto. È stato subito portato in carcere.

Ha ribadito le sue colpe durante l'interrogatorio nell'udienza di convalida dell'arresto alla gip Nora Lisa Passoni, alla pm Giulia Angeleri, al procuratore capo di Lecco Ezio Domenico Basso e al suo avvocato Giorgio Pagnoncelli (nominato d'ufficio). Ora, Biffi rimarrà in carcere, sarà accusato di omicidio volontario e affronterà un processo, ma senza (per il momento) le aggravanti della premeditazione e delle sevizie.

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