Il marito di Chamila Wijesuriyauna, dipendente d’hotel scomparsa: “Temo le abbiano fatto del male”

“Aveva lasciato sul tavolo il cibo da preparare per la cena, non può essere andata via volontariamente”, dice a Fanpage.it il marito di Chamila Wijesuriyauna, 50enne scomparsa il 9 maggio e al lavoro nello stesso hotel in cui un dipendente ha accoltellato un collega.
A cura di Chiara Daffini
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Chamila Wijesuriyauna, dipendente 50enne di un hotel a Milano, è scomparsa il 9 maggio
Chamila Wijesuriyauna, dipendente 50enne di un hotel a Milano, è scomparsa il 9 maggio

Da venerdì 9 maggio non si hanno più notizie di Chamila Wijesuriyauna, 50enne impiegata in un hotel a Milano. Il marito e il figlio ne hanno subito denunciato la scomparsa ai Carabinieri di Cinisello Balsamo, dove la famiglia, arrivata dallo Sri Lanka più di vent'anni fa, risiede. Ma la paura si è fatta più concreta alcune ore dopo, quando un dipendente dello stesso hotel in cui lavora Wijesuriyauna è stato accoltellato da un terzo collega, ora ricoverato in ospedale in condizioni serie ma stabili.

L'aggressore, Emanuele De Maria, lavora da un paio d'anni presso la struttura ricettiva e al momento dell'aggressione si trovava in permesso lavorativo diurno dal carcere di Bollate, dove è recluso dopo la condanna per aver ucciso una donna nel 2016 a Castel Volturno (Caserta).

Oltre a cercare la donna, per la quale la preoccupazione cresce di ora in ora, gli inquirenti stanno vagliando un eventuale collegamento tra i due fatti. Fanpage.it ha parlato con il marito di Chamila Wijesuriyauna, che teme il peggio.

Quando avete iniziato a preoccuparvi per Chamila?

"Non abbiamo più sue notizie da venerdì: è uscita, ma non si è presentata al lavoro e non ha fatto rientro a casa. Eppure sul tavolo aveva già preparato il cibo che avrebbe poi cucinato per la cena, non può essersi allontanata volontariamente".

Avete subito sporto denuncia?

"Sì, siamo andati dai Carabinieri e abbiamo portato loro anche il cellulare di mia moglie, che abbiamo recuperato alla fermata Bignami del metrò. Avevo provato a chiamare Chamila e al telefono mi ha risposto un signore, da cui sono andato a recuperarlo. L'avevano abbandonato lì".

Secondo lei cosa può essere successo?

"Non lo so, ma quando ho sentito che un collega di mia moglie ne ha accoltellato un terzo ho avuto ancora più paura, temo che le due vicende possano essere collegate. Conosco bene l'uomo che è stato aggredito, è un collega di Chamila".

In che rapporti era sua moglie con i colleghi?

"Buono, era in ottimi rapporti con tutti, rapporti da colleghi. Poi non mi ha mai raccontato molto e non so se ci fosse altro: Chamila è una donna libera di fare ciò che vuole, io non la controllo".

Però le sembrava serena?

"Sì, anche in casa non c'erano problemi, né avevamo preoccupazioni particolari: sia io che mia moglie siamo arrivati in Italia dallo Sri Lanka ormai più di vent'anni fa, abbiamo la cittadinanza italiana e la nostra dimensione qui, era tutto tranquillo fino a venerdì".

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