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Il gioco delle 3 carte di Regione sulle case popolari: fa lo sconto sul riscaldamento, ma abolisce i bonus

Alcuni inquilini delle case popolari Aler hanno ricevuto una lettera in cui si annuncia uno sconto sulle spese del gas. Nel bollettino, però, l’affitto aumenta perché sono stati aboliti i bonus relativi ai servizi e al canone.
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Una casa popolare Aler in zona San Siro
Una casa popolare Aler in zona San Siro

Una mano dà, l'altra riprende: si potrebbe sintetizzare così la manovra di Regione Lombardia, sulla fascia più povera degli inquilini delle sue case popolari, che da un lato hanno ricevuto uno sconto sulle spese del riscaldamento – comunicato attraverso una lettera firmata dal presidente Attilio Fontana – mentre dall'altro hanno visto cancellato il bonus sul canone e servizi. Con il risultato che il conto per gli abitanti delle case Aler, denuncia la consigliera regionale Pd Carmela Rozza, è più salato.

Nel corso di una conferenza stampa con il candidato presidente del centro-sinistra Pierfrancesco Majorino, Rozza ha presentato alcuni casi "vittime" della manovra regionale, pensionati al minimo e anziani soli con i redditi più bassi, anche sotto i 3mila euro l'anno.

Così, in una lettera recapitata il 5 dicembre 2022, il presidente Attilio Fontana e il presidente di Aler Milano Mario Angelo Sala comunicano all'inquilino che gli aumenti delle spese di riscaldamento saranno ancora a carico di Aler perché, si legge nella missiva, "la casa è un bene da tutelare, abbiamo deciso di sostenere chi abita nel patrimonio abitativo pubblico".

Buona notizia si dirà se non fosse che la stessa persona destinataria della lettera sullo sconto riscaldamento ha perso i bonus relativi ai servizi e al canone. Risultato: il confronto tra l'affitto del 2022 e gennaio 2023 è impietoso per l'inquilino Aler che dovrà pagare 160 euro invece di 100.

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Per Rozza il problema è doppio: una stangata per i cittadini poveri e una violazione della par condicio perché le lettere spedite agli inquilini sarebbero un modo per fare propaganda: "Le lettere e i bollettini sono arrivati a dicembre e in tutto gennaio, insieme a un giornalino dell'Aler, spedito a fine campagna elettorale, questo riguarda 4mila persone".

Per Pierfrancesco Majorino "la gestione di Aler è uno dei motivi per cui Fontana non dovrebbe farsi vedere in giro, i quartieri di Aler sono il racconto di quello che non deve fare Regione Lombardia. Un raggiro" l'ha definito Majorino.

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