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Il ghiacciaio del Gleno è ai minimi storici: quali sono i rischi?

Il ghiacciaio del Gleno, sulle Alpi Orobie, si sta ritirando: oggi quasi non esiste più. Una volta era la pista da sci dei campioni, terreno di vittorie di Zeno Colò.
A cura di Francesca Del Boca
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Ghiacciai in via di estinzione. Il dramma della Marmolada, con le sue tante vittime, ha obbligato a riaccendere i riflettori sul tema dello scioglimento dei ghiacci nostrani, liquefatti da bollenti temperature anomale (sulla cima delle Dolomiti dove si è verificata la tragedia, il termometro segnava dieci gradi oltre la media del periodo; zero termico, sopra i 4mila metri).

E un forte grido di allarme giunge da almeno un ventennio dal ghiacciaio del Gleno, sulle Alpi Orobie. Oggi è una conca chiazzata di bianco e grigio, punteggiata da deboli spruzzi di neve. Il rischio è che tra pochissimo sia solo un ricordo. Il ricordo di vecchie glorie non così lontane nel tempo.

La pista da sci dei campioni

Un secolo fa infatti il suo fronte si spingeva centinaia di metri più a valle rispetto ad oggi. E nel 1924 lo Sci-Cai di Bergamo qui aveva istituito la Coppa del Barbellino, la prima gara nazionale di discesa organizzata in Italia: nelle edizioni successive vi presero parte anche campioni del calibro di Zeno Colò, che vinse nel 1942 e 1943.

L'allarme degli esperti

"Sarebbero necessari decenni di inverni nevosi ed estati miti per fare in modo che i ghiacciai aumentino le proprie dimensioni. Questo perché rispondono dopo anni al cambiamento climatico. Ma ciò difficilmente accadrà", sono le parole del glaciologo Claudio Smiraglia. "Così di anno in anno i ghiacci si sciolgono. Risultato? Nei prossimi vent'anni assisteremo all'estinzione di qualche centinaio di ghiacciai sulle Alpi lombarde". Insomma, lo scioglimento dei ghiacciai è inevitabile: nel 2050, secondo le previsioni degli esperti, si ridurranno almeno del 30 per cento.

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